Sergio Marchionne è morto all’ospedale universitario di Zurigo dove era stato ricoverato il 27 giugno per un intervento chirurgico.
La notizia è stata ufficializzata da un comunicato di Exor, la holding presieduta da John Elkann cui fanno capo, tra gli altri, il gruppo FCA, Ferrari, CNH e Juventus.
«Con grande tristezza Exor ha appreso che Sergio Marchionne è mancato», ha affermato Elkann nella nota.
«E’ accaduto, purtroppo, quello che temevamo. Sergio, l’uomo e l’amico, se n’è andato. Penso che il miglior modo per onorare la sua memoria sia far tesoro dell’esempio che ci ha lasciato, coltivare quei valori di umanità, responsabilità e apertura mentale di cui è sempre stato il più convinto promotore», ha aggiunto il presidente di Exor.
«Io e la mia famiglia», ha concluso John Elkann, «gli saremo per sempre riconoscenti per quello che ha fatto e siamo vicini a Manuela e ai figli Alessio e Tyler. Rinnovo l’invito a rispettare la privacy della famiglia di Sergio».
L’ultima uscita pubblica di Marchionne era stata due giorni prima del ricovero, il 25 giugno a Roma, alla consegna di una Jeep all’Arma dei carabinieri. Era già affaticato, chi lo ha visto quel giorno ricorda che parlava con difficoltà.
Dopo l’intervento chirurgico di fine giugno, le sue condizioni parevano nella norma. Dieci giorni fa l’aggravamento per quelle che i sanitari hanno definito «complicanze postoperatorie».
La situazione sarebbe precipitata all’inizio di questa settimana. L’amministratore delegato di FCA ha perso conoscenza. Venerdì John Elkann ha constatato che «Marchionne non potrà tornare a fare l’amministratore delegato».
Sabato i consigli di amministrazione hanno nominato i successori. Negli ultimi giorni Marchionne è stato assistito dai due figli, Alessio Giacomo e Johnatan Tyler, e dalla compagna Manuela.
Oggi il suo successore, Mike Manley, debutta ufficialmente davanti ai mercati come nuovo amministratore delegato, presentando i risultati semestrali del gruppo Fca, gli ultimi raggiunti sotto la guida di Marchionne.
Sergio Marchionne era nato a Chieti 66 anni fa ma è cresciuto in Canada ed era residente in Svizzera. Era entrato nel consiglio di amministrazione di Fiat nel 2003 e il primo giugno 2004, dopo la morte di Umberto Agnelli, era stato nominato amministratore delegato del gruppo torinese al posto di Giuseppe Morchio.
Avrebbe dovuto lasciare l’incarico il prossimo anno con l’assemblea dei soci chiamata ad approvare i conti del 2018.
Sotto la guida del manager con il pullover nero il mondo Fiat è profondamente mutato, passando da un momento importante di incertezza, con scenari che andavano dalla cessione ad altri gruppi fino al possibile fallimento, fino a diventare quello che oggi; uno dei principali leader del comparto automobilistico internazionale.