Patrimoni offshore degli sportivi: ecco le strade per regolarizzarsi col fisco

di Luca Dezzani e Simone Verda, Partner di Grimaldi Studio Legale

Considerate le ultime disavventure con il fisco di Cristiano Ronaldo e Messi, per non parlare del numero di sportivi…

Inter - Aek Atene

di Luca Dezzani e Simone Verda, Partner di Grimaldi Studio Legale

Considerate le ultime disavventure con il fisco di Cristiano Ronaldo e Messi, per non parlare del numero di sportivi coinvolti nello scandalo “Panama papers”, torna di attualità il tema dell’evasione fiscale nel mondo sportivo, che, in Italia, può essere regolarizzata tramite le procedure di “collaborazione volontaria” (c.d. “voluntary disclosure”) tra l’erario italiano e il contribuente oppure con la procedura di “ravvedimento operoso”.

Com’è noto, la Procura di Madrid ha denunciato Cristiano Ronaldo per una presunta frode fiscale di 14,7 milioni di euro avvenuta tra il 2011 e il 2014. Secondo la Procura, il fuoriclasse, nel 2010, avrebbe simulato di cedere i propri diritti d’immagine ad una società domiciliata nelle Isole Vergini Britanniche che, a sua volta, avrebbe ceduto i diritti ad un’altra società con sede in Irlanda. La prima cessione, secondo la Procura spagnola, sarebbe finalizzata esclusivamente a nascondere all’Amministrazione tributaria spagnola tutti i redditi guadagnati dallo sfruttamento dell’immagine del calciatore portoghese.

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Cristiano Ronaldo (Foto Insidefoto.com)

Allo stesso modo, lo scorso maggio la Corte Suprema spagnola ha confermato la condanna di Lionel Messi a 21 mesi di carcere per frode fiscale aggravata (pena convertita in una sanzione amministrativa di 455 mila euro). La stella del Barça è stata accusata di avere sottratto al fisco spagnolo un totale di 4,1 milioni di euro dal 2007 al 2009 attraverso una rete di società con sede in paradisi fiscali.

Sempre Messi, secondo alcune indiscrezioni svelate dall’Icij (International consortium of investigative journalists) e da Wikileaks, sarebbe coinvolto anche nello scandalo dei c.d. Panama papers. La rete di società offshore – costituita in alcuni casi legalmente – rivelata dai Panama papers si sta allargando sempre più e coinvolge nomi noti del mondo dello sport. I documenti dello studio legale panamense Mossack Fonseca, infatti, rileverebbero la presenza di società di comodo in paradisi fiscali di politici, uomini d’affari e anche moltissimi sportivi, quali Michel Platini, Gabriel Heinze, Jarno Trulli, Nick Faldo, Ivan Zamorano; Leandro Ulloa, Clarence Seedorf e Messi.

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L’esultanza di Leo Messi dopo il gol decisivo contro il Real Madrid (foto Insidefoto.com)

Forse non tutti sanno che il Fisco italiano, oltre a punire i cd. “redditi in nero”, prevede anche sanzioni molto alte per chi non indica nella propria dichiarazione dei redditi italiana il patrimonio detenuto all’estero. Ad esempio uno sportivo professionista estero, che arriva in Italia, è tenuto a segnalare al Fisco italiano anche il patrimonio accumulato nelle precedenti esperienze lavorative (detenuto fuori dall’Italia). L’eventuale omissione è punita con sanzioni amministrative molte elevate, che possono arrivare fino alla confisca dell’intero patrimonio, oltre a sanzioni penali.

Ebbene, uno sportivo residente in Italia o con residenza all’estero ma con obblighi dichiarativi in Italia e che detenesse patrimoni all’estero (non dichiarati al Fisco italiano) potrebbe avvalersi della c.d. “voluntary disclosure” oppure della procedura del “ravvedimento operoso”. Queste due procedure consentono a coloro che detengono attività finanziarie o patrimoniali all’estero, non dichiarate al Fisco italiano, di sanare la loro posizione, anche penale, pagando le relative imposte e le sanzioni in misura estremamente ridotta.