Serie A a due velocità, la competitività è una chimera: le grandi fanno il vuoto

Le prime settimane di campionato hanno rivelato una nuova realtà, la serie A va a due velocità e la competitività è una chimera.

I motivi di una spaccatura diventata crepaccio le…

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Le prime settimane di campionato hanno rivelato una nuova realtà, la serie A va a due velocità e la competitività è una chimera.

I motivi di una spaccatura diventata crepaccio le riassume Donadoni, calcolatrice alla mano: «Se un calciatore guadagna 4 milioni all’anno e un altro prende 250mila euro, qualcosa vuol dire. C’è un divario di fatturati ed è difficile che la forbice si possa restringere se le modalità di gestione del nostro calcio non cambiano».

Insomma, la solita questione di soldi, di spartizioni, di potere e di norme che favoriscono i ricchi. Una opinione, quella di Donadoni, che banalizza tante situazioni, che fotografa la situazione, certamente, ma che è troppo parziale per poter essere esaustiva.

Basti vedere partite come Roma – Verona, o Napoli – Benevento. O la stessa Juventus che batte il Sassuolo e che conferma un dato: in 4 partite non ha mai vinto con un solo gol di scarto.

La distanza è diventata una voragine e il torneo si è spaccato. Il punteggio più frequente? E’ il 3-0 (sabato si è arrivati a quota 5).

Una realtà sostenuta dai numeri elencati questa mattina anche da Repubblica: 10 volte dall’inizio della stagione un match di serie A è finito con 3 o più gol di scarto: un anno fa, dopo 4 turni, era successo solo 5 volte, e servirono 8 giornate per arrivare alla stessa quota.

Ovviamente, a stracciare gli avversari oggi sono sempre (e solo) le grandi: Juventus e Napoli due volte a testa, ma pure Roma, Milan, Lazio, Fiorentina e Torino.

Statistiche alla mano, una partita su quattro in questa serie A termina in goleada: quasi il doppio rispetto a Germania e Spagna, certamente più che in qualsiasi altro posto d’Europa.

Eppure in Inghilterra i due Manchester, City (0-6 al Watford) e United (contro l’Everton il terzo successo per 4-0 in 5 giornate), si stanno abituando a vittorie tennistiche.

Ci resta vicina soltanto la Francia, terra di conquista del Psg: 14 vittorie con più di 3 gol di scarto in 50 gare. Ma 4 portano le firme di Neymar e Mbappé, fin troppo dominanti in un campionato come quello francese.

Lo raccontano anche i gol: le prime cinque della nostra serie A hanno segnato insieme 55 reti, appena 2 in meno delle altre 15 sommate.

Come a dire che un Icardi vale 3 Falcinelli o giù di lì. Ancora più strano, forse, che due squadre non abbiano mai segnato su azione: il Crotone, ancora senza gol dopo 360 minuti di campionato, e il Verona, che ha trovato la porta soltanto grazie a un rigore alla prima giornata – e a risultato acquisito – contro il Napoli.

C’è poi il Benevento, che un gol l’ha fatto ma al 15’ della prima giornata, 345 minuti fa. Tre squadre che non sanno come segnare bastano per alimentare il sospetto che la questione sia tecnica, oltre che economica.

In fondo, i soldi delle coppe premiano chi ne ha già molti in ogni angolo d’Europa o quasi, non solo in Italia.

Un’idea diversa su cosa alimenti la distanza tra grandi e piccole, ce l’ha Spalletti, che da tecnico un’opinione se l’è fatta: «A fare la differenza sono i tempi di gioco, la reattività. Ciò nonostante, di risultati a sorpresa ce ne saranno». Si può solo sperare abbia ragione.