“Il mio lavoro è far sì che l’investimento non si bruci in virtù di un risultato sportivo che non arriva. Il nostro piano è cauto, prevede di metterci anche più tempo. Se mancassi la Champions per due anni di fila, avrei qualche grattacapo in più”. Parole di Marco Fassone che questa mattina in una intervista al Corriere della Sera ha fatto il punto della situazione sul mercato del Milan e sulle prospettive del club.
L’amministratore delegato rossonero non ha dubbi nemmeno sulle questioni legate all’indebitamento: “Il Milan che ho trovato io – spiega – aveva 75 milioni di debiti che abbiamo trasferito dalle banche al fondo Elliott, che è un po’ più caro, gli interessi sono al 7,7%. Poi abbiamo emesso un bond di 50 milioni per far fronte alle esigenze del mercato estivo. In tutto 120 milioni di debito, su oltre 200 di fatturato: è estremamente contenuto rispetto ad altri club. Non solo. La stagione 2017-2018, visti gli ingenti investimenti, avrà ancora perdite significative e mr Li vi farà fronte con un aumento di capitale”.
Garanzie, quindi, sulla tenuta della società: “L’acquisizione del Milan è costata oltre un miliardo. Pensare che possa essere fatta senza leve finanziarie mi sembra difficile. E poi mr Li ha dovuto cambiare in corsa il piano per gli ordini del governo“.
Il mercato intanto è iniziato con i botti e molti tifosi si chiedono come il Milan possa spendere così tanto per il calciomercato. Calcioefinanza.it ha dedicato una ampia analisi ai conti della società rossonera. Fassone, dal canto suo, fa il punto sul budget complessivo. A quanto ammonta? Chiede il Corriere: «Direi circa 100 milioni – spiega Fassone -. Ora spero di prendere un altro giocatore (Conti, ndr), poi tireremo una linea e penseremo alle uscite. Una rosa ipertrofica non aiuta l’allenatore. Infine vedremo che budget resta».
Fassone ammette anche di sentire molto spesso Silvio Berlusconi, assai prodigo di consigli, mentre delinea così il profilo dei cinesi a partire da Li: “È molto diverso dai presidenti a cui siamo abituati. Sarà molto meno visibile. Non è un imprenditore con un’unica azienda, è un investitore, che ha asset importanti e diversificati tra loro, viaggia moltissimo e ha base in diverse città della Cina. Ha un team di lavoro che lo segue, il cui braccio destro è Li Han, che io sento tutti i giorni. Mr Li, invece, lo sento una volta al mese. È convinto che il Milan possa aiutarlo per gli affari nel suo Paese: è la squadra più amata in Cina“.