Caso ultrà, John Elkann: "Noi, abituati alle accuse, fiduciosi delle istituzioni"

«Io sono fiducioso delle istituzioni, convinto della validità di quello che è stato fatto dalla Juventus e dalla sua dirigenza, assolutamente allineato con mio cugino Andrea Agnelli. È brutto sentire…

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«Io sono fiducioso delle istituzioni, convinto della validità di quello che è stato fatto dalla Juventus e dalla sua dirigenza, assolutamente allineato con mio cugino Andrea Agnelli. È brutto sentire certe accuse ma è anche vero che siamo abituati ad essere sotto accusa: è l’altra faccia della medaglia per chi è vincente».

Lo ha detto John Elkann, presidente della Fca, della finanziaria Exor e vicepresidente della Fondazione Agnelli, toccando diversi argomenti tra cui quelli dell’attualità giudiziaria legata alla Juventus, nel corso dell’incontro con il direttore di Panorama Giorgio Mulè giovedì 6 aprile (foto) in occasione della tappa torinese di «Panorama d’Italia» ripreso oggi dallo stesso settimanale.

Elkann ha confermato il legame con la città di Torino: «Qui ho vissuto metà della mia vita, qui vivo adesso e qui studiano i miei figli. È una città meravigliosa, dove si vive bene. È anche una città timida, che non valorizza tutto quello che ha. Ma le persone che ci vengono a trovare e che vengono a stare a Torino da altre parti del mondo, si trovano molto bene. Quando il capo designer della Bmw, un americano che lavorò anche con la Fiat, decise di ritirarsi, scelse proprio il Piemonte come destinazione finale».

Infine su Marchionne: «Sergio Marchionne è un talento unico, abbiamo avuto tantissima fortuna a lavorare con lui ormai da quasi 15 anni. Pensiamo a che cosa ha fatto con Fiat, con Chrysler, con un marchio globale come Jeep. Ma anche con le Maserati che produciamo qui a Torino, vetture che ora vendiamo in tutto il mondo, dalla Germania all’America e alla Cina. Marchionne guiderà Fca per tutto il 2018 e lascerà nel 2019, ma se avrà ancora voglia di lavorare con noi, penso che ci saranno tante cose che potremmo fare insieme, anche se nel gruppo abbiamo molte persone brave che potranno succedergli».