Mediaset rinuncia al ricorso d'urgenza contro Vivendi, ma la guerra su Premium va avanti

Mediaset rinuncia al ricorso d’urgenza contro Vivendi finalizzato al sequestro cautelativo delle azioni del gruppo francese nell’ambito della causa promossa davanti al Tribunale di Milano sul dossier Premium. Lo si legge…

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Mediaset rinuncia al ricorso d’urgenza contro Vivendi finalizzato al sequestro cautelativo delle azioni del gruppo francese nell’ambito della causa promossa davanti al Tribunale di Milano sul dossier Premium. Lo si legge in una nota del gruppo guidato da Piersilvio Berlusconi.

Mediaset, si legge nel comunicato, “non più sussistente il pericolo che i propri diritti contrattuali risultino pregiudicati dalla fisiologica durata del giudizio di merito le cui domande restano integralmente confermate”.

Il gruppo del biscione aveva chiesto d’urgenza un sequestro cautelare da parte del Tribunale di Milano, che aveva fissato l’udienza al 23 novembre, ma – nella nota – precisa di sentirsi “rassicurata dalla documentazione depositata in cancelleria da Vivendi che si e’ costituita in giudizio” in quanto “viene dimostrata l’ampia capienza della azioni proprie in portafoglio della società per periodi di tempo compatibili con la durata prevedibile della causa di merito”.

Come noto, la causa di merito sull’esecuzione del contratto di vendita di Premium e di scambio azionario prevede la prima udienza a marzo. Nella nota, Mediaset precisa che “la causa di merito promossa contro Vivendi prosegue secondo la calendarizzazione prevista”.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Radiocor, la documentazione depositata in Tribunale a Milano dai legali di Vivendi è stata interpretata a Cologno Monzese come un chiaro riconoscimento da parte del gruppo francese della legittimità dell’azione legale presentata in merito alla mancata esecuzione del contratto siglato in aprile tra i due gruppi.

In secondo luogo, nella stessa documentazione verrebbe dimostrata la disponibilità di un pacchetto di azioni proprie da parte di Vivendi in modo da poter eventualmente garantire quanto contenuto nel contratto sullo scambio azionario (3,5% di Mediaset e Premium per il 3,5% di Vivendi). Quest’ultimo elemento ha in pratica fatto cadere i motivi alla base dell’istanza cautelare d’urgenza presentata da Mediaset.