Alleanza Agnelli cinesi per riformare il calcio. Agnelli e i cinesi, stessi obiettivi, stessi programmi. La strana alleanza tra Juventus e Inter (in attesa di scoprire il futuro del Milan) potrebbe essere dietro l’angolo. Ad ipotizzarla è oggi Tuttosport che spiega come l’assalto della superpotenza cinese al calcio europeo ha connotati diversi da quello che portarono gli arabi: sarà molto più intrusivo, capillare e costringerà a fare i conti col futuro di tutto il movimento, in particolare in Italia dove (anche qui non per coincidenza) i toni dei nuovi investitori riecheggiano quelli tenuti in questi anni da Andrea Agnelli: «Servono una nuova governance per la Serie A e una prospettiva differente per le competizioni europee».
Dove il riferimento è alla creazione di una Superlega o in alternativa a una radicale riforma della Champions che investa di riflesso “i tempi” per le Nazionali e che tenga conto pure della presenza di mercati e competitor come, appunto, è la Cina.
Il cui obiettivo è di portare in 5 anni, al massimo 10, il livello del proprio movimento calcistico a quello dell’Europa che, per arrivarci, ha impiegato 150 anni: una contrazione evoluzionistica pazzesca. Per riuscirci impongono una mobilitazione di stato (il calcio dall’anno prossimo sarà materia di insegnamento obbligatorio), spendono per il loro campionato (nell’ultimo mercato di gennaio la Chinese Super League ha speso più di Serie A, Liga e Bundesliga) e comprano: club, ma anche e soprattutto il know how di tutta la “filiera economica” del calcio.
I cinesi sono proprietari del 20% dell’Atletico Madrid attraverso Wanda Group, la società che ha rilevato Infront, leader nella commercializzazione dei diritti tv: chiaro esempio di “filiera”, ma pure di attenzione politica, considerati i rapporti privilegiati con la Fifa. La Rastar ha un’opzione per acquistare l’Espanyol di cui ora è sponsor; un gruppo cinese ha rilevato il Granada dalla famiglia Pozzo. Altre due società; CMC e Citic hanno acquisito il 13% di City Football Group: holding che possiede il Manchester City e altri club sparsi tra Usa, Giappone e Australia. Tengono rapporti strettissimi di mercato con i fondi e, per non lasciare nulla la caso, si sono comprati pure il club olandese Ado Den Haag, uno dei più produttivi e all’avanguardia d’Europa nei settori giovanili.
Un capriccio? Macché: il Guangzhou ha l’academy più grande del mondo per la quale ha investito 130 milioni di euro. Ovvio che l’Europa non possa starsene a guardare: ecco le pressioni per far diventare la Champions una campionato che si giochi al sabato in orari consoni.
In modo da far breccia sempre di più nel mercato cinese, ma anche in modo da continuare a mantenere alti i propri fatturati rendendo complicata la loro rimonta. Farseli amici, ma tenendoli a distanza. Altro discorso è allearsi con loro per rendere la Serie A di nuovo più competitiva: ma questo è un problema più italiano che europeo.