Milan in ansia per Berlusconi, coi cinesi si deciderà solo a urne chiuse

Trattativa Milan Berlusconi cinesi decisione dopo elezioni. Il quadro clinico di Silvio Berlusconi è buono, assicura il suo medico personale, Alberto Zangrillo. Più complesso è avere una definizione chiara sullo…

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Trattativa Milan Berlusconi cinesi decisione dopo elezioni. Il quadro clinico di Silvio Berlusconi è buono, assicura il suo medico personale, Alberto Zangrillo. Più complesso è avere una definizione chiara sullo stato di salute della trattativa per la cessione del 70% del suo Milan ai cinesi.

Non perché si registrino particolari intoppi nel negoziato fra la cordata e Fininvest, ma perché il presidente rossonero risulta sempre più freddo rispetto all’idea di passare il controllo della sua creatura calcistica.

E dipende proprio da lui la decisione finale, attesa dopo il 20 giugno. Fra chi ha parlato con l’ex premier da quando è stato ricoverato ieri mattina all’ospedale San Raffaele per problemi legati a uno scompenso cardiaco, alcuni hanno ricevuto risposte diverse sul futuro del Milan.

Secondo quanto filtra, con certi interlocutori si è sbilanciato sulla cessione, con altri si è mostrato deciso a restare al comando. L’umore di Berlusconi sulla questione è variabile sin da quando si è cominciato a fare sul serio con i cinesi.

Martedì scorso ne riconosceva la serietà e la solidità finanziaria, chiedendo però chiarimenti su come verranno stanziate (mercato, stadio, sviluppo commerciale) le risorse garantite dai potenziali nuovi soci nei 2-3 anni di transizione in cui l’ex premier rimarrebbe presidente onorario in attesa di cedere il restante 30%.

Una settimana più tardi è quanto meno combattuto, se non freddo, davanti all’ipotesi di vendere, che fra l’altro trova d’accordo tutti i figli, dalla presidente di Fininvest Marina a Barbara, ad e vicepresidente del Milan che nel nuovo assetto societario avrebbe un posto nel cda.

E’ previsto che il leader di Forza Italia resti qualche giorno ancora al San Raffaele, mentre proseguono sia la campagna elettorale per i ballottaggi alle Comunali del 19 giugno sia la trattativa in esclusiva fra Fininvest e i cinesi, che ha un termine flessibile fissato fra il 15 e il 20.

 

Gli investitori volevano firmare prima, Berlusconi ha fatto capire che scioglierà il nodo a urne chiuse. Si attende il business plan dei cinesi e le due parti lavorano ai dettagli tecnici per trasformare il term sheet firmato a inizio trattativa in un vero e proprio contratto.

La decisione di Berlusconi sembra l’unico fattore che può far saltare il tavolo, ma è un fattore tutt’altro che secondario: la sua titubanza costringe a mettere in conto ogni epilogo. In questa situazione di stallo non trova conferme l’arrivo imminente di Manuel Pellegrini sulla panchina rossonera.

E’ tutto fermo finché non sarà deciso il futuro societario, filtra dal Milan. Cristian Brocchi attende. Se Berlusconi non venderà, con ogni probabilità sarà lui (in alternativa Marco Giampaolo) alla guida di una squadra giovane e di matrice italiana.