False fatture, evasione e IVA: ecco l'operazione Fuorigioco che spaventa il calcio

Operazione Fuorigioco, la Guardia di Finanza e il tribunale di Napoli spaventano la Serie A. Un’inchiesta partita addirittura nel gennaio 2012 e che, dopo quasi tre anni, sta portando i primi…

cariparma e edison

Operazione Fuorigioco, la Guardia di Finanza e il tribunale di Napoli spaventano la Serie A. Un’inchiesta partita addirittura nel gennaio 2012 e che, dopo quasi tre anni, sta portando i primi risultati: 64 indagati tra massimi dirigenti, calciatori e procuratori, 12 milioni di euro di beni sequestrati, 35 società di serie A e B coinvolte.

Una “bomba” fatta esplodere di prima mattina, con le perquisizioni e i sequestri nelle sedi delle società, come per esempio a Casa Milan. Ma cosa riguarda l’indagine? Per la precisione la compravendita dei giocatori, sulla quale si incentrava il «meccanismo fraudolento». La tesi degli inquirenti è che i procuratori fatturavano in maniera fittizia alla sola società calcistica la propria prestazione, come se la loro intermediazione fosse nell’interesse esclusivo del club, mentre di fatto tutelavano gli interessi dei loro atleti assistiti. Le società potevano così dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando di detrazioni di imposta sul valore aggiunto (cioè l’IVA) relativa proprio a questa pseudo prestazioneE i calciatori non dichiaravano quello che era «sostanzialmente un fringe benefit» riconosciuto loro dalla società calcistica nel momento in cui si accollava il pagamento del procuratore.

Tutto è nato nel gennaio 2012. L’indagine inizialmente riguardava le rapine subite dai giocatori del Napoli, ma l’ascolto di una telefonata tra Lavezzi e il suo procuratore Mazzoni ha fatto destare l’allarme. Da lì il campo di inchiesta si è allargata a maccha d’olio sulle altre società, oggetto anche di perquisizioni nell’estate 2013. Tante le operazioni sotto la lente di ingrandimento: si va dal passaggio dello stesso Lavezzi al Napoli agli affari tra Juve e Milan per Legrottaglie, passando per le trattative riguardanti Immobile, Milito, Crespo, Mutu, Nocerino, Denis, Paletta, giusto per restare ai nomi più noti.

 

E i nomi noti sono usciti anche per quanto riguarda i dirigenti: non sono state indagate le società ma i rappresentanti legali, come Adriano Galliani per il Milan, Aurelio de Laurentiis per il Napoli, Claudio Lotito per la Lazio etc. Non risulta invece indagata l’Inter, nonostante si parli degli affari Milito e Crespo, poiché la società nerazzurra avrebbe regolarmente contabilizzato le fatture sotto indagine.

Operazione Fuorigioco, le cifre

Nell’inchiesta il procuratore aggiunto del Tribunale di Napoli Vincenzo Piscitelli ricostruisce, operazione per operazione, quel meccanismo fraudolento alla base dell’accusa. E nel ricostruirlo giunge anche a quantificare le cifre dell’evasione di ciascun soggetto coinvolto (già sequestrate preventivamente):

– Maurizio Zamparini, 64 mila €;

– Adriano Galliani, 248 mila €;

– Andrea della Valle, 69720 €;

– Enrico Preziosi, 30 mila €;

– Jean Claude Blanc e Alessio Secco (ex Juve), 37500 €;

– Claudio Lotito, 28600 €;

– Aldo Spinelli, 28.350 €;

– Aurelio de Laurentiis, 8.321 €;

– Massimo Mezzaroma (ex Siena), 55.150 €.

Queste cifre riguardando quanta IVA avrebbe indebitamente detratto ogni società (si cita il presidente, e non il club). Per quanto riguarda i calciatori, invece, le cifre riguardano le imposte sui reditti evase:

– Hernan Crespo 1.965.797 €;

– German Denis 321.068 €

– Adrian Mutu 211.293 €

– Ciro Immobile 106.898 €;

– Antonio Nocerino 422.117 €;

– Ignacio Fideleff 679.769 €;

– Ezequiel Lavezzi 394.454 €;

– Diego Milito 721.040 €.

Infine, per gli agenti si tratta dell’IVA dovuta in base alle false fatture:

– Alessandro Moggi 1.164.223 €;

– Alejandro Mazzoni e Eduardo Rossetto, 709.630 € ciascuno;

– Fernando Hidalgo 1.244.487 €;

Leonardo Rodriguez 1.000.837 €.

Operazione Fuorigioco, le reazioni

Immediate sono le state le reazioni dei soggetti coinvolti. Primo fra tutti il Milan: “La Procura della Repubblica di Napoli ha ritenuto quest’oggi di notificare ad Adriano Galliani avviso di chiusura delle indagini per una vicenda assolutamente marginale e non fondata – si legge in una nota firmata dai legali del club rossonero – , che troverà la sua risoluzione sia sotto il profilo tributario, sia sotto il profilo penale, in una doverosa archiviazione”. Preferisce la strada del no comment il presidente della Figc Tavecchio (“Ho letto quello che avete letto voi e non posso fare commenti su cose che non conosco”), mentre il numero 1 del Coni Malagò ha chiesto che “tutto venga chiarito al più presto per definire l’intera vicenda, comunque si tratta di vicende di alcuni anni fa”.

Tra le società, invece, il Livorno ha comunicato che la propria posizione “è già stata sanata con l’Agenzia delle entrate di Livorno”, e lo stesso ha dichiarato il dg dell’Atalanta Marino: “Abbiamo piena fiducia nella magistratura ma posso anticipare che la contestazione per l’Atalanta è relativa ad un importo decisamente marginale, circa 10 mila euro. Confermiamo e ribadiamo l’assoluta regolarità del nostro operato”. La Lazio si è detta “certa di poter dimostrare agli inquirenti la piena regolarità del suo operato”, De Laurentiis invece è stato il più netto: “Si tratta di una vecchia storia di cui non voglio neanche parlare. Datemi retta, è solo fuffa”. Chiusura dedicata al protagonista dell’inchiesta, Alessandro Moggi: “Non ho mai eluso le norme del fisco e dello sport, ho sempre rispettato i miei obblighi di contribuente”.