“In un campionato cosi’ incerto, con 5 squadre su 5 andate avanti in Europa, con un terzo posto nel ranking europeo mai cosi’ a portata di mano, e’ stato davvero complicato trovare una soluzione che contemperasse le esigenze di tutti”. Marco Brunelli, direttore generale della Lega di Serie A, prova a spiegare le delibere su stage e finale di Coppa Italia che hanno fatto infuriare Antonio Conte.
In vista degli Europei, il ct aveva chiesto una settimana a febbraio per la Nazionale e di anticipare la finale di Tim Cup al 15 maggio per avere piu’ tempo per preparare la spedizione in Francia ma sul primo punto la Lega non ha concesso i giocatori delle squadre impegnate nelle coppe e nel secondo la data e’ slittata di sei giorni.
“Non credo che ci sia stato alcun tradimento, alcuna mancanza di rispetto – chiarisce Brunelli ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno – Abbiamo tenuto aperta la questione oltre il consueto, abbiamo provato a esplorare tutte le strade. Era stata data una disponibilita’ a valutare fino all’ultimo tutte le possibili soluzioni. Nessuno sottovaluta l’importanza della Nazionale, che e’ un patrimonio di tutto il calcio. I giocatori sono contenti quando sono convocati ma lo sono anche club e dirigenti perche’ ne cresce il valore e l’autostima. Ma di fronte alle legittime richieste da parte del ct di avere piu’ spazio rispetto a quello che normalmente le regole del calendario consentirebbero, ci sono situazioni, momenti specifici della stagione in cui gli interessi espressi dai club non sono conciliabili”.
Brunelli non vuole sentir parlare di “visione privatistica” da parte dei club e ricorda che “il quadro italiano non e’ diverso da quello degli altri Paesi. La divisione degli spazi fra le attivita’ delle nazionali e quelle dei club non e’ frutto di un capriccio ma di un lungo lavoro di condivisione e che ha portato a uno schema sottoscritto da Confederazioni, Fifa, Leghe e club. In un anno come questo, i giocatori – qualora arrivino alla finale degli Europei – sono a disposizione delle nazionali per 86 giorni, quasi tre mesi. E’ un periodo adeguato ed e’ lo stesso in tutti i Paesi del mondo. Se si riescono a trovare degli spazi in piu’, si concedono con totale disponibilita’: nessuno ha messo in discussione il raduno della Nazionale per il 22 maggio quando l’indicazione della Fifa era per il 29. Ma i calendari dei vari Paesi sono molto simili per data e numero degli infrasettimanali e ci sono 5-6 giocatori della Nazionale che militano all’estero che potrebbero disputare anche loro la finale della Coppa nazionale il 21 maggio”.
La Lega, insomma, non poteva fare di piu’, ne’ sugli stage (“la buona volonta’ c’e’ sempre stata ma quasi tutti i club impegnati nei quarti e semifinali di Tim Cup, fra il 6 gennaio e il 7 febbraio giocano 9 partite con 4 turni infrasettimanali e quella e’ la prima settimana senza impegni, senza dimenticare che poi si entra nella fase storicamente cruciale delle coppe europee”), ne’ sulla data della finale di Coppa Italia. “Il Consiglio di Lega ha preso una decisione considerandola ufficialie e definitiva. E’ nella disponibilita’ del Consiglio tornare sulle sue decisioni in qualsiasi momento ma non e’ una questione di chi saranno le due finaliste”.
Brunelli sottolinea che “ci sono una serie di incastri complicati che hanno portato a preferire la data del 21 maggio, scelta da tutte le leghe del mondo. Anche se le due finaliste fossero due squadre fuori dalle coppe, per esempio Inter e Milan, l’Inter gioca due giorni dopo in campionato con la Lazio che pero’ potrebbe essere ancora in corsa in Europa League. Prima di meta’-fine marzo non si puo’ avere un quadro definitivo e ci sono esigenze di programmazione”.
E sul fatto che il prossimo campionato partira’ il 21 agosto, nel giorno della chiusura dei Giochi di Rio, il dg della Lega spiega che e’ una scelta fatta per venire incontro alle esigenze della Nazionale (“a inizio settembre ci sono due partite importanti di qualificazione mondiale e c’e’ bisogno di giocatori con un numero adeguato di partite di campionato nelle gambe”) ma anche in ottica ranking Uefa: “in quei giorni si giocano play-off di Champions ed Europa League e in Champions, negli ultimi sei anni, le italiane sono state eliminate 5 volte. La gestione dell’eventuale sovrapposizione con l’ultimo giorno delle Olimpiadi si potra’ risolvere con gli orari”.