Calciomercato, spese folli per tutti nonostante la crisi. Mancano poco più di due settimane alla fine di questa sessione di calciomercato, ma rispetto agli anni passati appare evidente un’inversione di tendenza piuttosto netta. Quasi tutte le grandi squadre del nostro campionato, infatti, non hanno badato a spese nelle strategie di rafforzamento della rosa con l’idea che questo possa essere il modo migliore per tornare competitivi anche a livello internazionale.
Per molti, però, il comportamento che stupisce maggiormente è quello del Milan: la società di via Aldo Rossi, infatti, negli ultimi due – tre anni ha puntato soprattutto su prestiti e parametri zero, un modo di agire che poi non ha portato i risultati sperati sul campo, ma che anzi hanno impedito al club rossonero di partecipare alle Coppe europee per ben due stagioni. Per molti ad avere generato il cambiamento è l’accordo con il broker thailandese Mr Bee, che dovrebbe essere formalizzato entro la fine del mese di settembre, ma forse questa non è la causa principale. In casa Fininvest, infatti, probabilmente hanno capito che l’autofinanziamento e l’austerity sono strategie che non fanno altre che ridurre la competitività della rosa e che inevitabilmente portano ad aumento del passivo di bilancio (nell’ultimo anno più di novanta milioni di rosso).
Degno di nota è comunque anche quanto sta accadendo in casa Inter, società dove è impossibile agire senza pensare ai pesanti debiti del club, generati soprattutto dalla vecchia presidenza Moratti. Rientrare il prima possibile dal passivo, complice anche il fair play finanziario, è fondamentale e di questo ne è consapevole anche il presidente Thohir. Il magnate indonesiano, però, sa che solo tornando in Champions il rilancio della società potrà esserci davvero. Al momento la maggior parte delle operazioni di calciomercato effettuate dalla società nerazzurra sono state effettuate con i cosiddetti “pagherò” con il vantaggio di dilazionare i costi nelle prossime annate, ma aumentare le entrate (e questo dovrà accadere inevitabilmente con i risultati sportivi) è fondamentale per non trovarsi in un punto di non ritorno.
Ben diversa è certamente la situazione della Juventus, reduce dalla sconfitta nella finale di Champions League e dal quarto scudetto consecutivo, ma nonostante addii “pesanti” come quelli a Pirlo, Tevez e Vidal le spese non sono mancate. I bianconeri, infatti, hanno punto sin da inizio mercato su Dybala, costato trentadue milioni più bonus, ma con la consapevolezza che con il suo futuro rendimento si potrà rientrare dall’investimento. La cessione di Vidal ha permesso però di ottenere un’importante plusvalenza, anche se certamente, forti di una rosa già competitiva le spese in casa bianconera sono più oculate grazie al piano quinquennale con una cura da 120 milioni, derivanti dall’aumento di capitale, decisi dalla holding Expo.
Per capire se davvero questo modo di agire possa portare a risultati concreti rispetto alle precedenti politiche di austerity non resta che fare un bilancio al termine della prossima stagione, ma certamente quanto accaduto negli ultimi anni richiedeva necessariamente un cambiamento di rotta.