Addio terzo anello e tetto più basso: ecco come l'Inter vuole trasformare San Siro

Il 6 luglio il Milan saprà se lo stadio di proprietà che ha in mente di costruire al Portello vedrà la luce sui terreni della Fiera o se rimarrà solo…

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Il 6 luglio il Milan saprà se lo stadio di proprietà che ha in mente di costruire al Portello vedrà la luce sui terreni della Fiera o se rimarrà solo un progetto in attesa di trovare una nuova collocazione. L’esito del Comitato Esecutivo della Fondazione Fiera però interesserà anche l’Inter, che come il Milan ha già presentato al Comune la propria bozza per un suo impianto. Non uno nuovo, ma l’ammodernamento di quello esistente. Il “Meazza 2.0” lo definisce la Gazzetta dello Sport, che ha pubblicato un’immagine tratta dal render della bozza del nuovo San Siro nerazzurro. La novità principale ideata dai progettisti dell’Inter sarebbe l’abbattimento del terzo anello, che riporterebbe lo stadio ad una capienza di meno di 60mila spettatori, e comporterebbe anche l’abbassamento del tetto.

I due stadi sorgerebbero a meno di 3 chilometri l’uno dall’altro: quello rossonero, al Portello, avrebbe circa 48mila posti, sempre che la Fondazione tra 5 giorni dia il suo assenso alla concessione del terreno al Milan, circostanza sulla quale – dall’ultimo vertice dell’ente che controlla la Fiera – circola più di un’impressione negativa. Non è ancora detta l’ultima parola, anzi: il progetto di Barbara Berlusconi potrebbe spuntarla all’ultimo voto (la situazione, una settimana fa, era di sostanziale equilibrio, con un leggero favore nei confronti del progetto Milano Alta di Vitali/STAM). L’incontro decisivo si terrà lunedì alle 14.30: il Comitato Esecutivo prenderà una decisione e la comunicherà al Consiglio, che dovrà ratificarla. Non è mai successo che si opponesse, ma in teoria sarebbe possibile.

Il piano di Inter e Milan dunque è condiviso, i destini sono legati: senza lo stadio rossonero l’Inter non prenderà in gestione da sola San Siro per trasformarlo (pur lasciandone la proprietà al Comune) nella propria casa. L’obiettivo è arrivare ad avere pronti i due impianti per la stagione 2019-2020, eliminando la possibilità (temuta sorpattutto dall’amministrazione comunale) di avere un Meazza disabitato da entrambe le squadre di Milano.