Nei mesi scorsi Calcio&Finanza aveva svelato ai suoi lettori quale modello sta dietro la gestione finanziaria degli ingaggi di Real Madrid e Barcellona. Un rigido meccanismo basato sul merito e su 5 diversi livelli salariali. Dai top player Messi-Neymar-Suarez (44 milioni netti in 3) e Ronaldo-Bale (32 milioni in 2) fino ai “canterani” che vanno da un minimo di 0,8 milioni (come Pacheco del Real) fino ad un massimo di 1,5 milioni come i blaugrana Bartra, Rafinha, Montoya e Pereira.
Abbiamo quindi provato a confrontare gli ingaggi con quelli della Juventus: al momento l’unica società italiana che sembra in grado di competere ai massimi livelli con queste società. Per capire quali sono le analogie e quali le differenze.
Ne emerge un quadro interessante in cui la prima cosa che si nota è abbastanza naturale: anche alla Juve si possono riconoscere sostanzialmente dei “livelli” salariali che identificano i pilastri della squadra rispetto ad una seconda e terza fascia (sotto i due milioni di euro) di merito.
Al momento è ovviamente impensabile per la Juventus intraprendere dei duelli di mercato con i due colossi spagnoli. Basti dire innanzitutto che la massa salariale netta del Barcellona è di 120 milioni, quella del Real di 96 milioni, quella della Juventus intorno ai 50 milioni.
In secondo luogo: i giocatori “top” della Juventus hanno un salario che li porrebbe in terza fascia nel Real Madrid (Tevez, il più pagato con 4,5 milioni di euro netti prende quanto Modric, ottavo tra i blancos) e addirittura in quarta al Barcellona dove tra i 5,5 milioni di Mascherano e i 3,5 di Bravo si inserirebbero sia Tevez che Buffon (4), Vidal (4) e Pirlo (3,8).
Ciò che invece balza all’occhio è che la rosa complessiva di Real Madrid e Barcellona è composta da 23 giocatori totali mentre quella bianconera alla fine del mercato di gennaio con la partenza di Giovinco e i ritorni di De Ceglie e Matri più l’innesto Sturaro ne contava ben 28.
Vi è poi l’incidenza dei “canterani”. Dimentichiamo per un attimo la straordinaria storia del Barcellona degli anni recenti con ben 3 giocatori (Messi, Iniesta e Xavi) del settore giovanile nei primi 6 più pagati. Sia Real che Barça hanno in rosa almeno altri 6 giocatori provenienti dalla cantera. Questo dovrebbe essere il primo obiettivo per competere: sfornare giovani talenti senza l’assillo di trovare i nuovi Messi o Iniesta ma con la fiducia di poter inserire in rosa a costo zero gente che sia almeno all’altezza dei vari Pacheco, Jesè, Carvajal, Sergi Roberto o Montoya. Per fare qualche nome.
Della prima categoria fa parte ad esempio Marchisio e (nell’epoca Conte) Giovinco, nell’ultima non troviamo esemplari se non lo sfortunato Mattiello e Marrone. Rimane il secondo obiettivo: perché Real e Barcellona possono affrontare una stagione con 23 giocatori in rosa dando fiducia ai canterani mentre la Juve si porta dalla 24esima posizione in giù i vari Romulo, Pepe, De Ceglie, Rubinho?
L’impressione è che un ragionamento così fosse improponibile fino a 12 mesi fa quando Antonio Conte eleggeva Rubinho a “simbolo del gruppo” ma sia diventato possibile con Massimilano Allegri sin dalla frase pronunciata ad ottobre 2014 e stampata nella mente degli juventini: “Se non avrò centrali farò giocare Romagna che è un giovane molto bravo“. Lì dal punto di vista della comunicazione si capì per la prima volta che l’aria era cambiata.
Veniamo al dunque. Come sarebbe la Juventus con una rosa da 23 giocatori che ricalchi a grandi linee gli equilibri che possiamo vedere in Barcellona e Real Madrid? L’obiettivo dichiarato, come detto, non sarebbe quello di competere al livello dei Cristiano Ronaldo e Messi: la Juve non può permettersi 20 milioni netti all’anno per nessuno. Ma la somma di una serie di “tagli” tra i giocatori meno importanti potrebbe portare un tesoretto in grado di far inserire ancora almeno un top player.
Se poi Marotta sposasse fino in fondo la logica di Real e Barcellona, ovvero quello di sostituire nei vari livelli salariali giocatori di un certo valore con giocatori potenzialmente più forti, potrebbe inserire un altro super giocatore. Sarebbe del resto inutile – in questo momento – vendere ad esempio un Pogba per andare ad inserire 3 giocatori che affollerebbero la rosa e richiederebbero complessivamente una massa salariale come minimo tripla rispetto ai 3 milioni netti l’anno previsti dal nuovo contratto del francese.
Se a Juve avesse una rosa tipo Real o Barcellona oggi avrebbe chiuso il campionato così:
3 Portieri: Buffon (4), Storari (1), Rubinho (0,2)
8 Difensori: Lichtsteiner (2, appena rinnovato a 3), Bonucci (2), Chiellini (3,5), Evra (2,5), Caceres (1,8), Marrone (0,7), Barzagli (2,5), Asamoah (1,6).
7 Centrocampisti: Vidal (4), Pirlo (3,8), Marchisio (3,5), Pogba (1,5: appena rinnovato a 3), Pereira (1,3), Sturaro (0,6), Padoin (0,8).
5 Attaccanti: Tevez (4,5), Llorente (3,5), Morata (1), Coman (0,8), Matri (1 che ha inciso per 0,5).
Altri in rosa: Ogbonna (1,2), Pepe (1,3), Romulo (1,3), De Ceglie (1). La somma di questi quattro giocatori dà un totale di 4,8 milioni di euro, che al momento significa pagare 4 giocatori più di un top player. Escluso lo sfortunato Mattiello che tornerà alla base ma ha un contratto a 0,1 netto l’anno.
Nel frattempo va ricordato che la Juventus inserirà Khedira (4,5) e Dybala (2,5): probabilmente nelle caselle attualmente occupate da Pirlo (3,8) e Llorente (3,5 con una interessante plusvalenza intorno ai 15 milioni di euro) con un risparmio di 300 mila euro. Dei giocatori sopra citati diamo poi per scontata la rinuncia a Matri e il riscatto di Pereyra.
Il mercato chiaramente non finisce, ma qui non si fa una questione di nomi quanto di valore dei giocatori. Se ne andrà Rubinho, arriverà Neto. Le valutazioni su Rugani (0,6) saranno abbinate alle prospettive di Marrone (0,7) mentre l’eventuale inserimento di Berardi potrebbe rientrare nelle considerazioni sulla maturazione di Coman.
Ecco allora che – anche a non voler toccare la rosa nei suoi nomi più illustri -, se la Juventus copiasse pedissequamente la distribuzione di forze all’interno della squadra e decidesse di ridurre la rosa a 23 uomini (Allegri non sembra il tecnico abituato a fare storie, se poi chi arriva effettivamente alza il valore medio della rosa) avrebbe subito spazio per un altro top player, o addirittura due se si optasse per la sostituzione di giocatori di valore con altri di presunto valore maggiore.
Si tratta naturalmente di una proiezione molto fluida, figlia dei primi giorni di mercato di una squadra che ha già dimostrato di muoversi con le idee molto chiare. Ma l’applicazione del “modello spagnolo” alla Juventus potrebbe portare a conseguenze molto interessanti nell’immediato futuro.