Doyen Sports è l'asso nella manica di Mr. Bee per la scalata del Milan

Un hedge fund con sede a Londra ha presentato una denuncia presso un tribunale di Parigi nel tentativo di rovesciare il divieto che proibirà, a partire dal 1° maggio 2015,…

Real album de la aficion

Un hedge fund con sede a Londra ha presentato una denuncia presso un tribunale di Parigi nel tentativo di rovesciare il divieto che proibirà, a partire dal 1° maggio 2015, agli investitori esterni di acquistare i diritti di trasferimento dei calciatori a livello mondiale. Secondo l’accusa le autorità calcistiche stanno infrangendo diverse normative dell’Unione Europea attraverso la restrizione delle cosiddette Third-party ownership.

La Doyen Sports, che ha sede a Malta e che è controllata da un piccolo gruppo di investitori, ha acquistato i diritti sulle prestazioni dei calciatori, a partire dal 2011, per un totale di circa 80.4 milioni di euro. Il fondo, che fornisce anche assistenza finanziaria ai club a corto di liquidi, sta scommettendo che il valore del mercato trasferimenti dei giocatori aumenterà via via nel corso degli anni, ma il primo bastone tra le ruote è arrivato già da Inghilterra e Francia che sono stati i primi campionati a vietare le TPO. Ancor peggio ora la restrizione globale, voluta dalla stessa Fifa, potrebbe costringere la Doyen Sports ad arrestare bruscamente la sua attività milionaria nel giro di pochi mesi.

Doyen Sports, tra le sue attività anche i prestiti ai club in difficoltà economica

Tra le attività della Doyen Sports ci sono anche, come detto, i prestiti ai club in difficoltà finanziaria e non solo, anche se le TPO costituiscono il 79 per cento della sua attività. Qualora il ricorso presentato al tribunale di Parigi dovese in qualche modo ribaltare la decisione presa a dicembre dalla Fifa di bloccare questa “pratica”, a partire dal 1° maggio 2015, la Doyen Sports potrebbe avere il via libera definitivo in diverse operazioni di mercato, che non includono solo l’acquisto dei diritti sulle prestazioni dei calciatori. Infatti, Bee Taechaubol nella scalata al Milan berlusconiano punterebbe molto su Nelio Lucas, gestore del fondo Doyen Sports. Il manager portoghese, già nell’estate del 2013, era stato accostato ai colori rossoneri, avendo avuto diversi faccia a faccia con l’a.d. rossonero Adriano Galliani, a Catania, a Forte dei Marmi e a Milano, e quei ripetuti incontri fecero pensare a un avvio di collaborazione che, in realtà, poi non è mai nato. Negoziati resi difficili soprattutto per il fatto che le norme italiane non ammettono il coinvolgimento dei fondi all’interno della gestione dei club calcistici. A riprova di ciò pochi giorni fa il fondo gestito da Lucas si è chiamato fuori dal possibile salvataggio del Parma Fc attraverso un comunicato stampa. “Doyen Sports nega qualsiasi tipo di interessamento al Parma FC, a prescindere dalla sua situazione finanziaria. La proprietà di un club professionistico come il Parma FC o di una parte di esso rappresenterebbe una chiara violazione del conflitto di interesse“.

Doyen Sports, Dubai è il porto franco della trattativa con Taechaubol

Dato, invece, che la trattativa per la cessione del Milan con i vertici di Fininvest ha le sue fondamenta all’estero, in particolare a Dubai, il sodalizio tra Bee Taechaubol e la Doyen Sports potrebbe avvenire in tutta tranquillità, ovvero il magnate thailandese potrà scegliere in modo del tutto autonomo i partner migliori per il finanziamento dell’ingresso in casa Milan e la Doyen Sports di Nelio Lucas sembra essere sempre più quello maggiormente apprezzato da Mr. Bee. Doyen Sports ha già elargito diversi presiti ad alcuni club, aiutandoli a comprare certi giocatori che altrimenti non si sarebbero potuti permettere. Questa operazione è stata fatta, ad esempio, in Spagna, con l’Atletico Madrid, e in Portogallo, con il Porto, che sono riusciti a sanare, prima, i loro debiti e, poi, a inserire nel loro “parco calciatori” stelle di prima grandezza che prima, appunto, non sarebbero mai sbarcate. Il modus operandi è semplice: il club acquista un buon giocatore, crea una rosa competitiva che ottiene soddisfacenti risultati e ci guadagna in termini economici (diritti tv, contratti da sponsor, etc.) e, dall’altra parte, Doyen Sports ci guadagna sulla rivalutazione, chiaramente in rialzo, del cartellino del calciatore stesso e nel momento in cui viene rivenduto il fondo si prende la maggior parte degli introiti. Se le TPO non verranno messe al bando come previsto dalla Fifa la Doyen Sports potrebbe ritrovarsi le porte aperte della Serie A e dell’Europa che conta.