Il mercato non si ferma mai e appena conclusa la sessione invernale già si iniziano i piani per quella estiva. Uno dei comparti da sempre più interessanti per i club italiani che sempre più hanno necessità di far quadrare i loro bilanci è quello dei parametri zero, che talvolta si sono rivelate soluzioni low cost per pensare in grande, in altri casi trabocchetti mascherati da affari importanti
Quando si parla di parametri zero, infatti, non si può che far riferimento ad Andrea Pirlo, “scaricato” nell’estate del 2011 dal suo Milan e subito accasatosi alla Juventus per riscriverne la storia. Senza dubbio, a conti fatti e a posteriori, uno dei migliori colpi (ma soltanto perché la Juventus nel frattempo di parametro zero ha portato a casa anche un certo Paul Pogba) di sempre nella storia bianconera.
Chiaro esempio dunque di come la lungimiranza di alcuni dirigenti e osservatori possa, attraverso investimenti ridotti e strategie oculate, e attingendo dal mercato dei parametri zero, fornire un valore aggiunto importante alla rosa delle proprie squadre.
Ulteriori esempi di affari possono essere il già citato Pogba (dal Manchester United alla Juventus) o per restare in quel di Torino il basco Fernando Llorente (dall’Athetic Bilbao). Anche l’Inter beneficiò di parametri zero che furono decisivi come Cambiasso e Figo dal Real Madrid (seppure in epoche diverse). Real che prese l’inglese Mcmanaman dal Liverpool a zero (segnò in finale di Champions League), ma perse Luis Enrique che si accasò al Barcelona e Raul che a fine carriera andò allo Schalke 04. In Germania per l’appunto si è poi verificato l’ultimo colpo a sensazione: Lewandovski dal Borussia agli odiati rivali del Bayern.
Questo non si verifica sempre però. Il risparmio sul costo del cartellino, spesso si traduce in una zavorra sul bilancio a causa di calciatori invedibili. L’acquisto di calciatori a parametro zero è una strategia importante, ma va usata con parsimonia.
Prendiamo il caso di Mathieu Flamini, acquistato a parametro zero dal Milan nella stagione 2008-2009. Flamini non rinnova e si accasa a parametro zero al Milan con un contratto quadriennale da 4,5 milioni di euro a stagione: cifra folle per uno stipendio (considerate le ristrettezze economiche milanesi degli ultimi anni), ma corroborata dal fatto che il giocatore si trasferì a Milanello a titolo gratuito. L’andamento del francese non segue le premesse del suo arrivo, complice anche una squadra in declino (eccezion fatta per l’anno dello scudetto con Ibrahimovic trascinatore), e con uno stipendio del genere diventa difficilmente “piazzabile” nelle sessioni di mercato, anche con la formula del prestito.
Risultato è che la voce “gestione del personale” del bilancio rossonero si gonfia a dismisura e le prestazioni sul campo del francese non ripagano la società di questo investimento. Alla fine Flamini rinnoverà per un altro anno con i rossoneri a 1,6 milioni a stagione e la successiva stagione tornerà, sempre a zero, sulle sponde del Tamigi. A conti fatti, il francese è costato (al lordo dello stipendio) alle casse rossonere qualcosa come 35 o 36 milioni di euro. Non proprio una soluzione low-cost.
Ma come Flamini anche altri esempi possono essere fatti in questo senso soltanto negli ultimi anni: Mexes, Dhorasoo, Traorè, Essien e Taiwo (e solo rimanendo in casa Milan).
La top 11 di Calcioefinanza.it
Iniziando da queste premesse, “non è tutto oro quel che luccica”, vediamo ora la top 11 dei parametri zero che si libererà in giugno secondo la redazione di Calcioefinanza.it. I numeri tra parentesi rappresentano il valore in milioni di euro secondo il sito Transfermarkt.it.
In porta l’ormai separato in casa viola Neto, portiere classe ’89, in ascesa nelle ultime stagioni dopo le difficoltà dell’inizio. Sembra però già destinato alla Juventus.
Difesa che vede sulla destra lo stantuffo Dani Alves (31enne del Barcelona con un palmares stratosferico e tanta voglia ancora di dire la sua nel calcio che conta); centrali difensivi Ron Vlaar, granitico difensore classe 85, perno centrale dell’Aston Villa (di cui è da due anni capitano) e della nazionale olandese (dove ha giocato titolare tutte le partite del mondiale in Brasile): dunque più di un semplice prospetto, una certezza per quei club che vogliono rinforzarsi nel pacchetto arretrato ad un costo ridotto e il promettente Schar del Basilea (su cui hanno messo gli occhi i club di mezza Europa); mentre a sinistra l’adattato (per la nostra formazione) Glen Johnson, 30enne, ex terzino d’assalto del Liverpool e della nazionale inglese.
In mediana, davanti ai quattro difensori, il fisico, la qualità, la quantità, l’esperienza e la classe di Sami Khedira (vero diamante della nostra formazione) che vuole lasciare Madrid e aspetta di farlo a parametro zero per poter liberamente scegliersi la destinazione. Per un classe ’87 di soli 28 anni in estate, sicuramente l’investimento verrebbe valorizzato in un progetto anche non solo speculativo, ma a lunga scadenza. Assieme a lui il motorino, uomo ovunque e sostanza del centrocampo del Man City, James Milner (classe 1986) ed il “cervello” dell’Ajax Lasse Schone (anche egli classe 1986 e pronto per il salto in top club dopo i tanti anni di gavetta in Olanda).
Dietro le punte il ghanese Ayew, fresco vice campione d’Africa e perno d’attacco delle stelle nere. Classe 1989, attualmente in forza all’Olympique Marsiglia.
Coppia d’attacco formata dal milanista Pazzini, forse un po’ in là con l’eta (classe 1984) ma bomber da sicura doppia cifra in una squadra che lo fa giocare con continuità, e dalla giovane rivelazione Danny Ings (classe 1992), cannoniere e trascinatore del Burnley in Premier League. A disposizione: Romero (5,5), Aabate (10), Flanagan (8), De Jong (10), Noble (7), Konoplyanka (17), Gignac (10).