Ecco i conti del Parma: 96 milioni di debiti. E i costi sono il doppio dei ricavi

A poche ore dalla deadline del 16 febbraio per pagare gli stipendi ed evitare la messa in mora ed il fallimento, i conti del Parma raccontano la vera situazione della…

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A poche ore dalla deadline del 16 febbraio per pagare gli stipendi ed evitare la messa in mora ed il fallimento, i conti del Parma raccontano la vera situazione della società, a un passo dal baratro. Li ha rivelati la Gazzetta dello Sport sul proprio sito internet, citando la revisione contabile di Audirevi, che riguardo al bilancio 2013-2014 approvato a fine dicembre dall’assemblea e depositato in Camera di commercio scrive: “A causa degli effetti connessi alle incertezze descritte nel precedente paragrafo, non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio d’esercizio del Parma Football Club al 30 giugno 2014”. Tra indebitamento schizzato alle stelle e ricavi che non crescono, la fotografia del bilancio del Parma è drammatica ben oltre la perdita (13,7 milioni di euro) della quale già si era a conoscenza.

Il dato più preoccupante è la crescita esponenziale dell’indebitamento lordo nelle ultime stagioni: si parte dai 16,1 milioni del 2006-2007, si passa ai 38,1 del 2007-2008, poi l’impennata fino a 86,2 nel 2008-2009 e i 109 nel 2009-2010. Per una stagione restano stabili, con i 110,3 milioni del 2010-11, ma poi tornano a correre: 136,5 nel 2011-2012, 175,1 nel 2012-2013 e alla fine – oggi – si è arrivati a 197,4 milioni di euro di indebitamento lordo. Troppi, per una società che non ha accresciuto i ricavi a sufficienza. Così nell’ultimo anno è aumentato il ricorso alle banche (da 39,8 a 48,3 milioni), è cresciuta l’esposizione verso i fornitori (da 28 a 37,7 milioni), con il personale – e quindi i giocatori – da 6,6 a 12,9 milioni e anche con l’Erario, da 12 a 16,7 milioni.

Secondo la Gazzetta dello sport il debito effettivo del Parma, considerando banche e fornitori, ammonta a 86 milioni di euro, esclusi i contenziosi con il Lione (che vuole 1,8 milioni di euro per Belfodil) e il Panathinaikos (470mila euro per Ninis). Ecco, il calciomercato è stato uno dei problemi del Parma, che nella scorsa stagione ha messo a bilancio 47,5 milioni di plusvalenze, 6,9 di premi di valorizzazione e stipendi per 52 milioni, contro i da 43,5 dell’anno prima. La situazione drammatica si legge tutta nei 55,6 milioni di ricavi (al netto delle plusvalenze) e nei 108,3 milioni di costi (al netto delle minusvalenze). Quel che esce è esattamente il doppio di quel che entra. E raddrizzare questa situazione sarà una vera impresa.