Qatar Sports Investment New York Red Bulls-L’interesse degli arabi verso il calcio è altissimo, tanto che, in questi giorni, si è vociferato di un concreto interesse qatariota verso un’importante franchigia del calcio Usa, i New York Red Bulls. Un tweet del giornalista Rafael Noboa infatti, dava per concreto l’interesse del fondo arabo Qatar Sports Investment alla franchigia MLS. Tweet poi, che finiva a supporto dei precedenti report della rivista specializzata sul soccer del circuito newyorkese Empire of Soccer (di Dave Martinez), secondo la quale il fondo avrebbe appunto l’intenzione di assicurarsi a breve il team statunitense. D’altra parte, Qatar Sports Investments (QSI) è gestito direttamente da un governo, quello del Qatar, sempre più intenzionato a rafforzare l’economia del paese diversificando le fonti di reddito. Tra queste, il calcio, e, più in particolare, quello europeo (il più ricco e appetibile di tutti): da quando infatti QSI ha acquistato il Paris Saint–Germain (nel 2012), il club ha subito una vera e propria rivoluzione, sotto ogni punto di vista: economica, tecnica, dirigenziale. Tant’è che alcuni dei migliori calciatori al mondo sono sbarcati nella metropoli transalpina a cifre mai viste prima (gli acquisti di Zlatan Ibrahimovic e Edinson Cavani su tutti). Perché gli sceicchi sanno come fare: entusiasmano a colpi di investimenti milionari.
Qatar Sports Investment New York Red Bulls: la società nega le voci di una cessione
Se il tweet di Noboa rappresenti o meno un aumentato o rinnovato interesse verso la franchigia dei Red Bulls non è dato saperlo. Tuttavia, si deve rilevare che sia Red Bull sia la Major League Soccer hanno ripetutamente insistito sul fatto che non ci sarà un cambio di proprietà nella società della “Grande Mela”, nonostante una netta diminuzione degli investimenti finanziari effettuati per migliorare il club. Anzi, a New York è in corso un vero e proprio ridimensionamento tecnico della rosa: la stella del team newyorkese infatti, l’australiano Tim Cahill, sarebbe in procinto di passare al club di Abu Dhabi dell’Al Wanda. Questo perché, tra l’alto ingaggio percepito dal calciatore (3,5 milioni di dollari l’anno a fronte di prestazioni in calo) e il nuovo regime finanziario del club statunitense, la strada sarebbe quella di un addio consensuale tra le parti (sulla falsariga di ciò che è accaduto con il messicano Rafa Marquez). Come detto poc’anzi, tuttavia, nonostante Red Bull non voglia spremersi troppo in ulteriori investimenti, non pare troppo intenzionata a privarsi di una “piazza” molto importante ai fini marketing e commerciali. Infatti, una fonte vicina al club ha smentito seccamente le voci di una cessione imminente: “Posso dirvi in modo inequivocabile che non c’è nulla. Vi posso dire senza dubbio che non c’è nulla di che‘‘ ha sottolineato.
Gli investimenti di Red Bull a New York
Gli investimenti effettuati dalla notissima multinazionale austriaca per assicurarsi la proprietà della franchigia sono stati considerevoli, specie per la storia di un campionato giovane come lo è la Major League Soccer: 30 milioni di dollari per acquistare la squadra, e una settantina di milioni di dollari per metà della proprietà del nuovo stadio costruito a Harrison (terminato nel 2008) e per i diritti di denominazione di quest’ultimo (nel nome dello stadio compare il marchio pubblicitario dell’azienda austriaca). New York per Red Bull è una città importante. In questo stato, dunque, è difficile prevedere cosa accadrà nei prossimi mesi e, soprattutto, è complicato allo stesso modo stabilire se gli arabi possano cominciare a conquistare anche gli Stati Uniti del calcio, partendo proprio dal suo cuore pulsante: la squadra di New York.
Fabio Colosimo