Calciosociale, l'Italia per il Fair Play calcistico e il recupero delle periferie

Fair play calcistico e recupero delle periferie sono due obiettivi del calcio continentale, e questo lo sapevamo, ma se l’Italia diventa il promotore del cambiamento, questo fa certamente…

Fair play calcistico e recupero delle periferie sono due obiettivi del calcio continentale, e questo lo sapevamo, ma se l’Italia diventa il promotore del cambiamento, questo fa certamente notizia.

Il progetto-bandiera è quello del Calciosociale, un esperimento nato a Roma nel 2009 dall’idea di un ex ultrà, Massimo Vallati, che ha rivoluzionato le regole del calcio e creato un torneo in cui, in una stessa squadra, giocano uomini, donne, bambini, disabili e anziani.

Un’esperimento totalmente riuscito che in occasione del meeting informale dei ministri dello Sport, il 20 e 21 ottobre alla Farnesina, vedrà il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio,  presenterlo ai colleghi dei 28 paesi Ue.

Negli ultimi cinque anni la società che si occupa del Calciosociale, best practice italiana del calcio, ha coinvolto centinaia di ragazzi che vivono nel quartiere di Corviale, periferia romana nota per un immenso caseggiato popolare lungo un chilometro («il Serpentone») divenuto simbolo di degrado. Qui la società gestisce un centro sportivo interamente green, nato anche grazie a finanziamenti della Regione Lazio, proprio nel cuore di Corviale.

Al meeting informale dei ministri dello Sport parteciperanno Silvia Costa, presidente della Commissione parlamentare europea Educazione e Cultura, Androulla Vassiliou, Commissario Europeo per Educazione, Multilinguismo, Cultura, Sport, Giovani, Gabriella Battaini Dragoni, vice segretario generale del Consiglio d’Europa e Piero Fassino, presidente dell’Anci. Chiuderanno i lavori Michel Platini, presidente della Uefa e Giovanni Malagò, presidente del Coni.