Il Manchester City e il Paris Saint Germain, due potenze d’Europa controllate da investitori del Medio Oriente, con i fondi apparentemente illimitati nel loro tentativo di dominare il calcio continentale, sono stati riportate con i piedi per terra quando la UEFA, dopo il ritardo di una settimana, ha finalmente annunciato una serie di sanzioni a nove club ritenuti in violazione del fair play finanziario ( FFP ).
I campioni di Inghilterra e Francia, finanziati rispettivamente dallo sceicco Mansour di Abu Dhabi edalla Qatar Investment Authority, sono stati entrambi multati di 60.000.000 di euro, due terzi dei quali verrà restituita se soddisferanno i loro obblighi finanziari nei prossimi anni.
Il City e il PSG sono saltati alla ribalta per le loro spese enormi e folli, come la firma dei migliori giocatori e la messa in in atto di accordi di sponsorizzazione lucrativi con aziende strettamente legate ai loro proprietari.
Le regole del FFP
Sotto le regole del FFP i club sono stati autorizzati a perdere fino a 45.000.000 di euro tra il 2011 e il 2013, ma la UEFA hanno ritenuto che sia il City che il PSG hanno superato le perdite ammesse nel corso delle stagioni 2011-12 e 2012-13.
Alla luce delle sanzioni subite i due club hanno deciso di porsi limiti sulle spese di trasferimento, non autorizzeranno l’aumento della massa salariale e dovrà ridurre la propria rosa per la prossima stagione di Champions League da 25 a 21 giocatori.
La UEFA aveva sempre promesso che avrebbero utilizzato una linea molto dura nei confronti degli overspenders, ma il City ha subito rilasciato una dichiarazione per difendere il proprio comportamento.
“Questo non avrà un impatto significativo sul pianificata attività di trasferimento del club”, ha detto il direttivo del Manchester City. Al centro delle discussioni con la UEFA c’è stato “un disaccordo fondamentale tra le interpretazioni del club e quelle della UEFA sui regolamenti del FFP riguardo i giocatori acquistati prima del 2010. La società ritiene di aver rispettato le regole del FFP su questa ed altre questioni”.
Il possibile appello
Se fosse andato in appello, il City avrebbe rischiato il divieto di giocare la prossima Champions League. “In circostanze normali il club avrebbe perseguire la sua causa e avrebbe difeso la sua posizione attraverso tutte le vie di ricorso”, ha detto il City. “Tuttavia la nostra decisione in tal senso deveva essere bilanciata contro le realtà pratiche per i nostri tifosi, per i nostri partner e nell’interesse delle operazioni commerciali del club”.
I campioni della Premier League hanno detto che credevano di essere conformi a tutte le condizioni della UEFA ed di essere esenti da eventuali restrizioni per l’inizio della stagione 2015-16. Da parte sua, invece, il PSG ha ammesso che saràcostretto ad affrontare un “tremendo handicap” nel competere con le migliori squadre europee, ma che comunque questo non li scoraggerà.
Il PSG, in particolare, che è stato accusato di contabilità creativa, è rimasto particolarmente deluso dalla UEFA che ha assegnato un valore più basso all’accordo di sponsorizzazione del club stipulato con l’Autorità del Turismo del Qatar, che ha un valore di 200.000.000 a stagione. “La nostra ambizione di costruire una delle migliori e più competitive squadre di calcio europee non sarà compromessa da queste misur “, ha dichiarato il presidente Nasser Al- Khelaifi.
Il fronte transalpino
Il Paris Saint Germain ha dichiarato, alla luce delle sanzioni inflitte dalla UEFA, che ci sono state “differenze inconciliabili” con la UEFA sulla sua sponsorizzazione con la QTA. “Continueremo ad investire nello sviluppo di un team altamente competitivo e continueremo i nostri investimenti nelle infrastrutture dello stadio e nella formazione, privi di debiti come lo siamo oggi”, ha aggiunto Al- Khelaifi.
La UEFA ha consegnato pene minori per altri sette club che sono stati ritenuti rei di aver infranto le regole del Financial Fair Play: le turche Galatasaray (€ 200.000), Bursaspor (€ 200.000) e Trabzonspor (€ 200.000); Russia le russe Zenit St Petersburg ( 12 milioni ) e Rubin Kazan (6 milioni) ed Anzhi Makhachkala ( € 2.000.000 ); infine la bulgara Levski Sofia (€ 200.000).
L’introduzione del FFP
Il FFP è stato introdotto a seguito dei timori del presidente della UEFA Michel Platini che molti club stessero rischiando il loro stesso futuro spendendo più di quanto guadagnato. La European Club Association, che rappresenta più di 200 club, ha detto che l’organo di governo europeo ha fatto la cosa giusta a beneficio della salute dei club europei.
Il presidente dell’ECA Karl- Heinz Rummenigge ha detto a proposito: “Il Financial Fair Play è un bonus per i club, in quanto li aiuta a controllare i costi, come abbiamo visto oggi, e la UEFA applica il Financial Fair play molto coerentemente. Pertanto esorto tutti i club in Europa a rispettare le regole e a continuare sulla strada che abbiamo scelto insieme con la UEFA”.