Il Bari Calcio vale più di 7,2 milioni, di cui più della metà si riferisce al valore aziendale e la restante parte come cosiddetto debito sportivo. Questo si apprende dalla “Gazzetta del Mezzogiorno” e chi si aggiudicherà l’asta, si parla di fine aprile, si accollerà questo gravoso impegno, soprattutto se oltre al valore aziendale il futuro proprietario del Bari Calcio dovrà sanarne anche i debiti aziendali ritenuti collegati all’attività sportiva. Termine ultimo come una spada di Damocle è fissato entro giugno, pena la perdita del titolo, che proietterebbe il mitico club pugliese verso il baratro delle serie minori del calcio italiano.
Tutto dovrà finire entro fine giugno
I consulenti Veneziani e Di Tria incaricati dai curatori fallimentari Danisi e Giannelli hanno depositato la perizia di stima per l’asta del Bari calcio consegnando in mattinata l’atto alla cancelleria della sezione fallimentare del Tribunale, una relazione di 80 pagine e circa 200 allegati. Lunedì è fissata inoltre la pubblicazione dell’avviso d’asta messo a punto dai curatori Danisi e Giannelli. Il valore dell’azienda sportiva – nella quale sono contenuti anche i cartellini dei giocatori – è di quattro milioni e trecentomila euro e chi si aggiudicherà il ramo d’azienda dovrà accollarsi tre milioni di euro di debito sportivo per la richiesta alla Figc di riattribuzione del titolo sportivo afferente all’As Bari. Sembra che dalla diatriba rimangano fuori i 17 dipendenti per i quali si profilano due possibili vie: il percorso del fallimento, quindi pur restando creditori privilegiati verranno soddisfatti dalla vendita della società oppure verrà prevista una sorta di clausola sociale, come accade per alcuni appalti pubblici, in base alla quale chi acquista si accolla anche il personale attualmente impiegato.