Si svolgerà a marzo il processo a Uli Hoeness, il presidente del Bayern Monaco rinviato a giudizio per evasione fiscale nel luglio scorso. L’Alta Corte della Baviera ha confermato il procedimento a carico del 61enne monumento del calcio tedesco che a marzo era stato arrestato e rilasciato su cauzione.
Hoeness deve rispondere di evasione fiscale per un conto corrente a lui intestato scoperto in Svizzera. Finora il cda del Bayern ha sempre respinto l’offerta di autosospendersi avanzata dall’ex attaccante della Germania.
Hoeness e’ accusato di avere occultato 20 milioni di euro al Fisco tedesco trasferendoli in un conto in Svizzera. Hoeness, che ha 61 anni, ha ammesso l’evasione nel gennaio scorso, riconoscendo di avere conti in Svizzera, a seguito di pagamenti da parte dello sponsor del Bayern, il colosso degli articoli sportivi Adidas. Brevemente arrestato a marzo, è stato rilasciato dietro versamento di una cauzione da 5 milioni di euro. Successivamente ha offerto di autosospendersi dalla presidenza e dal consiglio della società, ma la proposta non è stata accettata dagli altri consiglieri. Del vertice del Bayern fanno parte altri ex campioni come Franz Beckenbauer e Karl-Heinz Rummenigge.
L’ex calciatore, che ha trascorso la maggior parte della sua carriera al Bayern e ha vinto con la nazionale tedesca anche gli Europei del 1972, ha confessato in un’intervista di aver sviluppato un’ossessione con il trading in Borsa e di averla alimentata con i conti che aveva aperto in Svizzera.
Hoeness, che è anche proprietario di una fabbrica di salsicce, ha fatto una dichiarazione spontanea al Fisco tedesco nel gennaio scorso, dopo che aveva sperato di salvarsi grazie a un accordo tipo scudo fiscale fra Germania e Svizzera. L’intesa fra i due Governi è saltata quando l’opposizione, che ha la maggioranza al Bundesrat (la camera regionale del Parlamento tedesco), l’ha bocciata sostenendo che cancellava le responsabilità penali degli evasori.
I socialdemocratici della Spd hanno fatto della questione un argomento della campagna elettorale nella campagna per le elzioni del 22 settembre scorso contro il cancelliere Angela Merkel, promotore dell’accordo con la Svizzera. Tra l’altro, Hoeness è considerato vicino alla signora Merkel e al suo partito, in particolare all’ala baverese Csu, ed ha partecipato in passato, prima dello scandalo, come protagonista di diversi eventi a fianco del cancelliere e altri esponenti democristiani. La stretta di mano fra il presidente del Bayern e il cancelliere dopo il successo del club bavarese nella finale della Champions League, quando la vicenda di evasione fiscale era ormai di pubblico dominio, è stata assai meno calorosa.