Ufficiale, Mondiale '26 a 48: ecco perchè anche lo spettacolo può crescere

I Mondiali di calcio, a partire dall’edizione del 2026, vedranno in campo 48 squadre. Lo ha deciso all’unanimita’ il Consiglio della Fifa, la federazione internazionale, riunitosi a Zurigo. I…

Germania 2006 World Cup - Coppa del Mondo

I Mondiali di calcio, a partire dall’edizione del 2026, vedranno in campo 48 squadre. Lo ha deciso all’unanimita’ il Consiglio della Fifa, la federazione internazionale, riunitosi a Zurigo. I 33 votanti hanno deciso di accettare il format dei sedici gruppi composti da tre nazionali.

Con ogni probabilità il Mondiale 2026 sarà ospitato in 3 Paesi diversi: Canada, Stati Uniti e Messico che si sono detti pronti a organizzare congiuntamente la manifestazione.

La riforma, voluta dal presidente Gianni Infantino, e’ stata criticata da alcuni esponenti del calcio mondiale ma la prospettiva di generare entrate supplementari e di far partecipare un numero superiore di paesi alla rassegna iridata ha superato ogni dubbio.

Sulla nuova formula molto si è dibattuto ma l’impressione è che la vera discriminante per vedere un torneo dal livello tecnico superiore e più spettacolare non sia il numero di squadre ammesse, quanto piuttosto la distribuzione nelle stesse nei vari continenti oltre alle regole al momento del sorteggio nei gironi.

Allargamento a 48 squadre infatti significa più “cenerentole” qualificate alla fase finale, ma anche più formazioni europee.

Nel 2018 in Russia la distribuzione è la seguente:
Asia: 4+1
Africa: 5
Sud America: 4+1
Nord America: 3+1
Europa: 14 (compresa la Russia paese ospitante)
Oceania: 1 squadra ai playoff

In base a quanto anticipato dalla Gazzetta dello sport  questo sarebbe il progetto Fifa: Europa 16, Africa 9,5; Asia 8,5; Sudamerica 6,5; Nordamerica 6,5; Oceania 1. L’Europa meriterebbe un paio di posti in più, con 18 avrebbe il 38% del totale (oggi ha il 41%).

Considerando che la formula avrà 16 gironi da 3 squadre a cui farà seguito il turno dei sedicesimi di finale (32 qualificate), ed immaginando che verranno confermati i sorteggi incrociati è evidente immaginare che tutte le europee e le Sudamericane nella misura in cui lo meriteranno possano passare il turno.

L’ipotesi è che i gironi vedano passare fino a 22-23 squadre (potrebbero salire a 25 se le Europee fossero 18, magari ammettendone due a dei playoff preliminari da cui potrebbero facilmente uscire vincitrici) tra i due continenti calcistici maggiori oltre a 5-6 contendenti da altri continenti, fatte salve le inevitabili sorprese di percorso.

Questo perchè è vero che tante “cenerentole” potrebbero partecipare ma è altrettanto vero che il raddoppio dei gironi (dagli attuali 8 a 16) spalmerebbe di fatto su tutti i gruppi non solo queste squadre ma anche buona parte di africane, asiatiche, nordamericane, che si sarebbero comunque qualificate.

Ecco allora che l’allargamento alzerebbe anzichè abbassare il livello del mondiale. 

Innanzitutto perchè tutte le partite sarebbero decisive visto che ad esempio l’ultima sfida tra due squadre già battute in precedenza figurerebbe come una sorta di turno eliminatorio secco (non a caso si pensa di introdurre i rigori in ogni sfida della competizione).

Secondariamente perchè si eviterebbero certamente i rischi di “biscotto”: tutti devono vincere una partita per passare il turno a gironi.

E dai turni eliminatori (se lo meriteranno) le squadre più forti potrebbero incontrarsi. Il numero di grandi sfide a eliminazione diretta quindi potrebbe aumentare perchè dovrebbe esserci una maggiore gradualità nel livello di avversari da affrontare.

Se ad esempio ai mondiali in Brasile nel 2014 Italia, Inghilterra e Uruguay finirono nello stesso girone, questa volta con molta probabilità sarebbero in gironi diversi e con più probabilità (2/3 anzichè 2/4) di qualificarsi.

In particolare con 16 gironi è molto più difficile che in passato che si verifichino partite tra nazioni minori (grosso modo dovrebbero essere 16-20 le squadre provenienti da Asia, Africa e Nord America). Sono decisamente infondati quindi i timori di chi immagina un torneo fitto di sfide tra Burkina Faso e Tanzania.

Ovviamente tutto questo è stato fatto con l’obiettivo di assicurare ad alcuni mercati (la Cina in primis) la partecipazione, ma anche nell’ottica di accontentare le federazioni che hanno supportato Infantino nella sua elezione.

Ma per una volta è giusto dire che la formula finale prescelta, se saranno rispettati i criteri di cui sopra, potrebbe dare alla kermesse un fascino unico anzichè un abbassamento del livello tecnico.

L’Eca contraria: “Decisione politica”

Intanto, l’Eca, la Confindustria europea del calcio, conferma il suo no al Mondiale XL. In una nota diramata nella stessa mattinata dell’approvazione del nuovo format, l’associazione sostiene che l’attuale World Cup con 32 nazionali “ha dimostrato di essere la formula perfetta sotto ogni punto di vista. Discutibile è anche l’urgenza con cui è stata presa una decisione così importante, visto che mancano 9 anni alla sua implementazione, senza l’appropriato coinvolgimento delle altre parti in causa. Comprendiamo che questa decisione è stata presa più per ragioni politiche che sportive e sotto considerevoli pressioni politiche, qualcosa che l’Eca ritiene incresciosa”.