La presidenza di Giovanni Malagò al CONI si interromperà con la fine del suo terzo mandato, visto che una deroga, valutata a lungo dal Governo anche solo fino ai Giochi di Milano-Cortina del 2026, alla fine non ci sarà.
Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, il 28 marzo sono scaduti i termini per le candidature dei presidenti dei comitati Regionali del CONI: le regole sono le stesse e in sette (tra cui l’ex sindacalista Sergio D’Antoni in Sicilia) sono stati costretti a fare un passo indietro. Sembra dunque impossibile che a questo punto del percorso venga fatta una modifica ad hoc per Malagò, ma c’è chi non esclude qualche mossa a sorpresa.
Fino a questo momento, sono tre le persone che hanno annunciato la propria candidatura alla presidenza CONI, con la scadenza fissata per il 5 giugno: l’ormai ex presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli, il numero uno della Federcanoa Luciano Buonfiglio e l’ex velista Ettore Thermes. Ci sono anche altri nomi molto gettonati, tra cui quello di una donna, ma niente ancora di ufficiale. E in questo senso è sicuro che alcuni stiano aspettando il formale passo indietro di Malagò per gettarsi nella mischia. L’attuale presidente meno di un mese fa ha annunciato: «Il 14 aprile risponderò a tutte le domande». Manca pochissimo, poi partirà la volata finale.
L’assemblea elettiva per decidere il prossimo numero uno del CONI è in programma il 26 giugno nel nuovo Palazzetto del Centro di preparazione olimpica Giulio Onesti, a Roma. Ancora non c’è una formale convocazione ma l’idea è quella di far votare al mattino per il Comitato Olimpico e nel pomeriggio per i vertici del Comitato Paralimpico.
Gli aventi diritto al voto sono 83. Ai neoeletti o confermati presidenti federali, senza però i rappresentanti delle commissariate Tiro a segno e Aci e quasi certamente anche dell’Aeroclub (la Giunta ha deciso che il presidente designato Arcifa avrà diritto di voto dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto di nomina che non dovrebbe arrivare in tempo), bisogna aggiungere 10 rappresentanti degli atleti, cinque dei tecnici, tre delle discipline sportive associate, uno delle associazioni benemerite, cinque degli enti di promozione sportiva, tre territoriali regionali e altrettanti territoriali provinciali, per un totale di 30 elettori.
Sui nomi di questi elettori ancora esiste un velo di mistero, visto che le elezioni sono in programma tra il 15 e il 19 maggio. E in una situazione di così grande incertezza, come avviene spesso nei periodi di cambiamento ai vertici, questi 30 elettori possono avere un peso specifico enorme per la scelta del futuro presidente del CONI.
Al momento, nessuno dei tre candidati ufficiali si avvicina neanche lontanamente ai 42 voti necessari per l’elezione alla prima chiamata. Alla seconda e alla terza si scende alla maggioranza dei presenti. Quindi basterà avere un voto più degli altri. Ma già andare al secondo turno di votazioni sarebbe un fattore storico, visto che nella storia del CONI non si è mai andati oltre la prima chiamata.