«Quanto è emerso finora sull’Agenzia governativa è in totale contraddizione con il principio di autonomia dello sport». Non ha dubbi sul punto Evelina Christillin, membro UEFA del Consiglio della FIFA, che negli ultimi giorni è stata travolta dal caso che sta scaldando gli animi di club e vertici del calcio: «Ne ho parlato anche questa mattina (ieri, ndr) con il presidente Gravina nel convegno organizzato dall’Università di Firenze. non posso che essere assolutamente d’accordo con quanto da lui dichiarato sul fronte Figc e da Malagò sul fronte Coni».
Christillin, in un’intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport, ha spiegato di avere parlato con il «segretario generale della FIFA Matthias Grafstom. Hanno le antenne molto dritte, di certo faranno una dichiarazione dopo essersi consultati con la UEFA. Si stanno prendendo un minimo di tempo per avere un quadro completo della situazione. Ma sia FIFA che UEFA parleranno di quanto sta accadendo. Gli strumenti per farsi sentire ci sono: prima di tutto rimarcheranno fortemente l’autonomia dello sport e come extrema ratio potrebbero minacciare delle sanzioni ad excludendum».
In questo modo, i club italiani e la Nazionale potrebbero finire fuori dalle competizioni internazionali: «Credo che nessuno voglia arrivare a quel punto. Ma la vicenda spagnola insegna parecchio. Storicamente, FIFA ha messo su molti “normalisation committees” in federazioni dove si sono verificati abusi e intromissioni politiche. In Europa è toccato per esempio alla Grecia. Anche per questo non è pensabile chiudere un occhio sull’indipendenza dalla politica, si creerebbe un precedente pericolosissimo. Ribadisco, per FIFA e UEFA l’autonomia dello sport è centrale».
A proposito della riforma, la donna ha spiegato che «ha stupito proprio il ricorso ad uno strumento come il decreto legge, che per natura deve rispondere a criteri di necessità e urgenza. Ma dov’è l’urgenza? Improvvisamente bisogna intervenire in questo modo? Tra l’altro far pagare l’Agenzia alle squadre è piuttosto incomprensibile».
Infine, una battuta sulla crisi del mondo del calcio: «Serve calma. I conti sono obiettivamente brutti, ma questo non vuol dire che se ne debba occupare la politica. Bisogna che lo sport resti allo sport, con tutte le sue regole anche stringenti. Le riforme vanno fatte ma all’interno del mondo sportivo, cosa che Gravina sta già attuando. Quanto alla UEFA, il Fair Play Finanziario è severissimo. Voglio chiudere con una domanda che dovrebbe far riflettere: che cosa succede se l’ipotetica Agenzia dice che la squadra X non si può iscrivere al campionato mentre la UEFA la ammette alle Coppe? Chi prevale?».