Margherita Agnelli vuole il controllo di Exor: «Mi spetta il 54% della Dicembre»

La donna sta cercando di ottenere l’annullamento dell’accordo transattivo e del patto successorio del 2004 riguardanti l’eredità del padre e quella futura della madre.

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John Elkann e il team manageriale di Exor (foto ufficio stampa Exor)

In due occasioni nell’arco di una settimana, gli avvocati di John Elkann si sono espressi riguardo alla controversa eredità di Giovanni Agnelli e Marella Caracciolo. Affermano che l’attuale struttura proprietaria della società Dicembre, che è stata stabilita oltre 20 anni fa, non può essere messa in discussione. Questa struttura riflette la volontà chiara dell’Avvocato Agnelli di garantire la continuità delle attività familiari, una volontà ben nota e accettata da tutti gli interessati quando era ancora in vita.

Il nucleo dell’impero Exor, che comprende Stellantis, Ferrari, Cnh, Gedi, Economist, Philips e Lingotto, rappresenta un patrimonio di oltre 30 miliardi di euro. La sottolineatura mette in luce che il controllo della società, che costituisce la base del patrimonio attuale dei tre fratelli Elkann (con John al 60% e Lapo e Ginevra al 20% ciascuno), è l’obiettivo finale delle dispute legali intraprese dalla madre Margherita. Quest’ultima – scrive MF-Milano Finanza – rivendica «almeno» il 54% della società e, se la sua richiesta venisse accolta, si verificherebbe una rottura degli assetti di controllo della catena aziendale Exor.

Margherita Agnelli controllo Exor – L’annullamento dell’accordo transattivo

Margherita, figlia dell’Avvocato, sta cercando di ottenere l’annullamento dell’accordo transattivo e del patto successorio del 2004 riguardanti l’eredità del padre e quella futura della madre. Questi accordi hanno comportato il pagamento di 1,3 miliardi di euro a Margherita. La figlia dell’Avvocato ha presentato un esposto presso la procura di Torino, evidenziando presunti reati fiscali di Marella in concorso con John e i suoi collaboratori, sottolineando irregolarità nei documenti relativi alla Dicembre e firme sui testamenti di Marella che potrebbero essere «apocrife».

L’inchiesta della procura di Torino si concentra sull’evoluzione degli assetti della Dicembre, la validità delle firme su documenti significativi, come gli aggiornamenti testamentari e i contratti di locazione immobiliare in Italia, e sulla residenza effettiva di Marella Caracciolo in Italia anziché in Svizzera. La magistratura sta indagando su Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero (attuale presidente della Juventus) e il notaio svizzero Urs von Grünigen.

Il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e i pubblici ministeri Mario Bendoni e Giulia Marchetti hanno richiesto una nuova perizia sulle firme riconducibili a Marella presenti su alcuni documenti. Elkann e Ferrero hanno fatto ricorso contro il decreto di perquisizione emesso dal tribunale del riesame. Le fiamme gialle hanno perquisito gli uffici di Ferrero, le fiduciarie coinvolte (P Fiduciaria, Simon e Sofegi) e la residenza di John Elkann a Villa Frescot, sequestrando documenti cartacei e materiale informatico.

Margherita Agnelli controllo Exor – I passaggi dopo la morte dell’Avvocato

Gli inquirenti stanno esaminando i passaggi delle quote della Dicembre avvenuti in più di vent’anni, dal momento della morte dell’Avvocato fino all’assetto attuale. Margherita, in sede civile, ha contestato che i tre figli siano effettivamente titolari della Dicembre, ricostruendo i passaggi delle quote. Risalendo al 2002, un anno prima della morte dell’Avvocato, Gianni Agnelli possedeva il 25,37% diretto e l’usufrutto del 24,88% a Marella, Margherita e John Elkann. Dopo la morte, secondo lo statuto della Dicembre, moglie, figlia e nipote sono saliti al 33,33% ciascuno. Il giorno stesso della morte dell’Avvocato, Marella ha donato a John il 25,38% della Dicembre, portando il successore designato al 58,71%.

Margherita obietta che John non poteva aumentare la sua quota perché non era erede del nonno. Nel 2003, la famiglia Agnelli, in un periodo difficile per la Fiat, ha ricapitalizzato la Accomandita Giovanni Agnelli per 250 milioni di euro. La Dicembre ha sottoscritto la quota di sua competenza. Secondo Margherita, i soldi versati dai soci (3,3 milioni da Marella, 36 milioni da Margherita e 56 milioni da John) sarebbero derivati dal patrimonio di Agnelli, non da risorse finanziarie personali di John.

Nel 2004, la famiglia ha trovato una composizione: si è firmato l’accordo transattivo e il patto successorio, e Margherita ha ceduto le sue quote della Dicembre alla madre. Marella è così salita al 41,29%, mantenendo John al 58,71%. Margherita oggi sostiene che questa cessione sia un atto invalido o simulato, mascherando una divisione degli asset. Nel maggio 2004, Marella ha trasferito la nuda proprietà dell’1,29% a John e il 20% a Lapo e Ginevra, mantenendo l’usufrutto. Questo ha segnato l’inizio della struttura attuale della Dicembre.

Margherita solleva dubbi sui soldi con cui i tre giovani, rispettivamente di 28, 26 e 24 anni, hanno acquistato le quote. Afferma che anche questa sia stata una donazione indiretta della nonna. Nel caso in cui il testamento di Marella venisse dichiarato nullo, Margherita diventerebbe l’unica erede, potendo chiedere indietro almeno il 50% dei beni donati e delle quote della Dicembre ottenute nel 2003, in violazione della legittima.

Se venisse annullato anche l’accordo transattivo, il 37,5% della Dicembre ceduto nel 2004 da Margherita a Marella dovrebbe rientrare nella successione. Anche le compravendite delle nude proprietà del 41,29% a John, Lapo e Ginevra del 2004 potrebbero essere annullate, facendo diventare Margherita titolare di quella quota e della metà del 25% donato da Marella a John. Questo porterebbe Margherita al 53,98% della Dicembre.

Infine, se le quote accresciute nel 2003 dovessero rientrare in successione, Margherita arriverebbe al 58,2%, ottenendo la maggioranza assoluta. Avrebbe il controllo della Giovanni Agnelli Bv e, di conseguenza, di Exor. Tutto questo, indipendentemente dalla possibile scoperta di un tesoro estero a Marella, che secondo gli avvocati di John non esiste. Gli avvocati di Elkann ribadiscono la loro interpretazione degli eventi di vent’anni fa, sottolineando che Marella ha deciso nel 2004 di monetizzare la sua parte, ma ora cerca di beneficiare dell’accrescimento patrimoniale derivante dal successo del piano di rilancio della Fiat, senza avervi contribuito.