Nella disputa legale ancora in corso tra la vecchia e la nuova proprietà della Sampdoria, Gianluca Vidal è entrato in scena presentando un ricorso semplificato (ex articolo 281) al Tribunale di Milano. Nel ricorso, l’ex trustee della Sampdoria chiede di stabilire la nullità delle scritture private stipulate il 12 e 13 giugno precedenti da Sport e Spettacolo Holding (Ssh), insieme a Sampdoria, la sua controllante Blucerchiati Spa e le imprese di riferimento di Matteo Manfredi e Andrea Radrizzani.
Le aziende coinvolte sono Gestio Capital Limited (il ramo inglese, non lussemburghese) e Mer Group Holding Pte. Limited. Vidal – scrive Il Secolo XIX – mira ad annullare la cessione del club blucerchiato, riportandolo sotto il controllo di Ssh, che è legalmente il trust, pur avendo legami con i Ferrero. La giudice designata, Daniela Marconi della sezione XV civile specializzata in materia di impresa, ha fissato l’udienza delle parti per il 28 maggio alle ore 12.
Il contesto attorno al cambio di proprietà della Sampdoria è tutt’altro che sereno, e l’iniziativa di Vidal, presentata quattro mesi dopo gli eventi turbolenti di maggio e giugno, non contribuisce a tranquillizzare l’ambiente. Vidal ha agito a nome della sua Trust Service, che è il socio unico di Ssh e amministrava il trust “Rosan” dove era stata collocata la Sampdoria. Questa operazione faceva parte di un piano che prevedeva l’uso dei fondi derivanti dalla vendita del club per i concordati romani dei Ferrero. La sensazione è che Vidal abbia agito in modo indipendente, senza coinvolgere gli avvocati dei Ferrero.
Il Tribunale di Milano è il terzo ad essere coinvolto in questioni legate alla cessione della Samp, dopo Genova lo scorso estate, quando Ssh Holding presentò un ricorso contro la Sampdoria (con l’intervento della Blucerchiati Spa), il quale fu respinto. Roma è stata coinvolta per la citazione presentata dallo studio legale Dla Piper, che assiste Manfredi, contro Ssh con richiesta danni di 5.250.000 euro.
Nel ricorso presentato a Milano, Vidal sostiene che Ssh, il socio di maggioranza della Sampdoria, non avrebbe dato il suo consenso al trasferimento delle azioni, accusando Massimo Iena, amministratore unico di Ssh all’epoca, di aver agito in «collusivo concorso» con gli investitori Manfredi e Radrizzani e la stessa Sampdoria. Vidal cita anche il consiglio di amministrazione dell’epoca, composto da Lanna, Romei, Panconi e Bosco, e Alessandro Barnaba, un altro soggetto interessato all’acquisizione del club.
Nel frattempo, gli avvocati di Manfredi e Radrizzani e quelli dei Ferrero stanno continuando i contatti per raggiungere un accordo economico transattivo tra le parti. Questo accordo dovrebbe includere la risoluzione di questioni finanziarie pendenti, tra cui i pagamenti che i Ferrero avrebbero già dovuto ricevere e che sono ancora in sospeso, oltre alle ipoteche sulla vecchia sede di Corte Lambruschini, ora di proprietà dell’ex patron, e sulla proprietà del “Baciccia”, storico simbolo della Samp.