«Nell’affare Orsolini non ci fu reato e non ci sono colpevoli da indagare» per falso in bilancio. Così l’avvocato Mattia Grassani, che assiste la società rossoblù nel giudizio sportivo e nel filone penale “costola” dell’inchiesta Prisma di Torino, ha commentato il decreto di archiviazione giunto ieri sera a firma del giudice per le indagini preliminari Sandro Pecorella.
La richiesta di archiviazione della Procura risale a una decina di giorni fa. Prisma, come è noto, è l’inchiesta che ha travolto la Juventus portando, lo scorso novembre, alle dimissioni di tutto il consiglio d’amministrazione del club. Al centro dell’indagine, presunte plusvalenze fittizie e irregolarità legate agli stipendi dei tesserati.
Gli strascichi di questa inchiesta sono giunti fino a Bologna, oltre che in altre cinque Procure. E proprio qui – secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport – sarebbero ancora in corso, invece, delle valutazioni. Le Procure sono quelle di Genova, Bergamo, Udine, Modena (per il Sassuolo) e Cagliari, dove si stanno indagando altri passaggi considerati “sospetti” di giocatori con la Juventus.
L’inchiesta Prisma tornerà comunque al centro della scena il prossimo 6 settembre, quando dovrebbe essere ufficializzata la decisione di spostare il processo (sul fronte della giustizia ordinaria). Secondo indiscrezioni trapelate nelle scorse settimane, il Tribunale e la Procura di Torino non sono competenti secondo il Procuratore Generale della Cassazione, che ha accolto le richieste dei dirigenti bianconeri (Agnelli in primis) e chiesto che il procedimento prosegua a Milano.
La decisione ufficiale è attesa per il 6 settembre, ma si va decisamente in questa direzione. Secondo i legali bianconeri, per la Juventus è molto meglio giocare questa “partita” a Milano. A quel punto – se non ci saranno sorprese –, la Procura di Milano dovrà esaminare le carte, prendere il controllo dell’inchiesta e procedere con una nuova udienza preliminare nella quale decidere l’eventuale rinvio a giudizio per gli imputati e per quali accuse. In caso di rinvio a giudizio verrebbe fissata la prima udienza, e si scollinerebbe al 2024 con probabile sentenza non prima del 2025.