Exor punta forte su salute e tecnologia, mettendo sul piatto solo una parte della propria “potenza di fuoco” e diventando principale azionista di Philips. La prima grande mossa della holding degli Agnelli-Elkann guidata da John Elkann è stata quindi quella di acquisire una quota del 15% nella società olandese, leader mondiale nella tecnologia per il settore della salute, per circa 2,6 miliardi di euro.
Una percentuale che fa di Exor la principale azionista di Philips. Secondo i dati dell’ultimo bilancio, infatti, in precedenza l’azionariato della società era particolarmente frammentato: tanto che avevano più del 3% delle azioni soltanto BlackRock (5,75% con il 7,45% dei diritti di voto), T. Rowe Price Group (4,98% con il 4,96% dei diritti di voto) e Artisan Investments GP LLC (5,13% anche dei diritti di voto). Con il 15% acquisito e la possibilità di salire fino al 20%, quindi, Exor diventa largamente la principale azionista di Philips.
«Il percorso di cambiamento intrapreso da Philips negli ultimi anni ha creato un’azienda che unisce salute e tecnologia, due settori in cui siamo impegnati. Le nostre interlocuzioni hanno confermato il forte e positivo allineamento tra il nostro approccio di lungo termine per sostenere lo sviluppo delle nostre società e gli ambiziosi piani di Philips sotto la presidenza di Feike Sijbesma e l’executive team guidato da Roy Jakobs», ha sottolineato John Elkann, ceo di Exor.
Investimenti che erano stati anticipati di fatto dallo stesso Elkann. Nel novembre 2022 infatti disse in una presentazione agli azionisti che Exor disponeva di circa 6,5 miliardi di cash (“firepower”, “potenza di fuoco”) per acquisizioni: 5 miliardi per nuove società da acquisire (potenzialmente una società di grandi dimensioni, alle quali aggiungere tra le tre e le cinque società minori, con focus sui settori salute, lusso e tecnologia) e 1,5 miliardi per investimenti di Lingotto e Ventures.
Come anticipato da Calcio e Finanza, l’idea di Exor non era quella di mettere tutte le fiches su una unica operazione, ma invece di investire i mezzi a disposizione su una serie di operazioni che comunque saranno di una taglia notevole. La prima è stata così l’acquisizione del 15% di Philips, che porta la potenza di fuoco di Exor a circa 3,9 miliardi di euro per ulteriori operazioni.