Per quattro ore, mercoledì pomeriggio, l’editore Urbano Cairo ha risposto alle domande dei magistrati della procura antimafia di Firenze che lo hanno convocato come testimone. L’inchiesta riguarda la foto che Salvatore Baiardo, il tuttofare dei boss Graviano, avrebbe mostrato al giornalista Massimo Giletti, e in cui ci sarebbero stati Silvio Berlusconi, il mafioso Giuseppe Graviano e il generale Francesco Delfino.
L’ex conduttore de La7 aveva detto di aver riconosciuto Berlusconi nell’immagine che gli era stata mostrata. In quello stesso periodo, Cairo decise di chiudere il programma televisivo “Non è l’Arena”, condotto proprio da Giletti. Su questi punti si è soffermata la Procura, per capire da Cairo se era a conoscenza dell’esistenza di quella foto.
Più in generale, secondo quanto riportato da La Repubblica, le domande si sono concentrate sulla catena di eventi che ha portato all’improvvisa sospensione del programma televisivo. Cairo si è presentato accompagnato da due avvocati, ai quali però non è stato consentito di assistere alla deposizione perché l’editore, in questo momento, è un testimone e le sue dichiarazioni sono state raccolte in un verbale a sommarie informazioni.
Massimo il riserbo sulle risposte date da Cairo, cui seguiranno ora gli accertamenti del caso. Sul caso Baiardo, intanto, continuano le indagini. Gli inquirenti, che ne avevano chiesto (ma non ottenuto) l’arresto per calunnia e favoreggiamento, hanno presentato opposizione rinnovando la richiesta di misura cautelare (l’udienza è fissata il 14 luglio), depositando altre migliaia di pagine di documenti.