Inter e Milan non sono mai state così vicine a lasciare San Siro. Nella giornata di ieri i rappresentati dei due club si sono incontrati a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, con il Comitato “Referendum X San Siro” e il Collegio dei garanti del Comune. Un incontro che non ha portato passi in avanti, anzi, molto probabilmente ha sancito l’impossibilità di procedere con il progetto della Cattedrale che avrebbe consegnato una nuova casa, portando all’abbattimento di San Siro, alle due squadre.
Come riporta l’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, nonostante le pressione dei due club, il vincolo sul secondo anello (costruito nel 1955) e sulle sue torri non sarà in nessun modo tolto dalla Sovrintendenza di Milano, presieduta da Emanuela Carpani, e quindi ecco che scatterà automaticamente nel 2025, a un anno dall’inaugurazione dei Giochi invernali di Milano-Cortina. In poche parole, San Siro non può essere abbattuto, come da sempre sostenuto dal Sottosegretario ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi.
La demolizione di San Siro è da sempre stata il cuore pulsante del progetto presentato dalla due società, che devono ancora assecondare le richieste del Comune per aggiornare il proprio dossier sull’opera e prepararsi al progetto esecutivo: la spesa per Inter e Milan sarebbe tra i 40 e i 50 milioni di euro. Le società attendono una risposta definitiva nelle prossime settimane, prima di affrontare un simile costo, ma le strade non sono molte: o si va avanti con il progetto, e quindi con la demolizione di San Siro, o i due club lasceranno e affronteranno il tema nuovo stadio separatamente. Quest’ultima sembra essere, al momento e salvo colpi di scena, la pista maggiormente percorribile.
Se da una parte i rossoneri, da quando Gerry Cardinale è al comando del club, hanno sempre tenuto aperta la strada dell’impianto in autonomia, con l’opzione La Maura che è naufragata però nel giro di poche settimane, la società di Steven Zhang ha sempre pensato che il progetto San Siro fosse la carta vincente. Infatti, le mosse degli scorsi mesi del Milan per spostarsi a La Maura hanno fatto calare il gelo fra le due proprietà che non si sono mai incontrate.
In conclusione, i due club stanno valutando, in attesa di avere una risposta definitiva dal sindaco Beppe Sala su San Siro, le varie aree dell’hinterland dove avere una nuova casa, ognuno la sua. Il Milan tiene sempre vive le piste che portano a Sesto San Giovanni, piano B mai tramontato, oltre a San Donato, mentre i nerazzurri potrebbero affondare su quella di Rozzano, al confine con il comune di Assago, nell’area sud. La volontà comune è di avere una strada da percorrere senza ulteriori ritardi e prima di entrare nell’estate che porta alla prossima stagione.