Unicredit, il maxi-stipendio dell’AD Orcel finisce nel mirino

L’aumento di stipendio dell’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel torna nel mirino a poco più di due settimane dall’assemblea di bilancio. Ieri il proxy advisor Institutional Shareholder Services (Iss) –…

Banchieri stipendi 2022
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L’aumento di stipendio dell’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel torna nel mirino a poco più di due settimane dall’assemblea di bilancio. Ieri il proxy advisor Institutional Shareholder Services (Iss) – secondo quanto riportato da MF-Milano Finanza – ha consigliato agli investitori istituzionali di votare contro la remunerazione del banchiere che quest’anno può salire fino a 9,75 milioni di euro.

Il cda ha proposto un compenso fisso di 3,25 milioni e uno variabile fino a 6,5 milioni solo in azioni, se verranno superati gli obiettivi del 2023, e la scelta non piace a Iss. L’aumento del 30% dello stipendio dell’AD e il meccanismo scelto per convertire i premi in azioni «potrebbero risultare in un aumento eccessivo della remunerazione», spiega il proxy nelle sue motivazioni.

Iss rileva inoltre che la retribuzione 2022 di Orcel «sembra competitiva rispetto ai concorrenti» e che con l’aumento proposto la sua paga fissa sarebbe «al di sopra del primo quartile e del 55% al di sopra della mediana». Insomma, i soci di Unicredit pagherebbero al CEO un compenso eccessivo, soprattutto per gli standard italiani.

Già al suo arrivo in Unicredit, Orcel era finito al centro di polemiche per il compenso da 7,5 milioni stabilito dal board (cifra superiore a quella del predecessore Jean Pierre Mustier nel 2020: 5,2 milioni). Nell’assemblea del 2021 le politiche di remunerazione erano passate per un soffio, con una maggioranza del 54,1%. L’ulteriore innalzamento dell’asticella sull’anno in corso è giustificato dai risultati ottenuti.

Grazie alla performance dell’istituto i soci incasseranno il 40% in più rispetto al 2022, cioè 1,91 miliardi come dividendo (payout al 35%) e 3,34 miliardi come riacquisto di azioni proprie. Anche il titolo si è apprezzato molto: negli ultimi sei mesi si è apprezzato del 92,61% a 18,87 euro, tornando così ai livelli di inizio 2016. Se ieri si è espresso Iss, a breve sarà la volta del proxy Glass Lewis, mentre il vertice della banca ha intensificato il dialogo con gli investitori in vista dell’assemblea.