Javier Tebas, presidente della Liga, è intervenuto al Business of Football Summit organizzato dal Financial Times e in corso di svolgimento nelle giornate di mercoledì 1 e giovedì 2 marzo, per parlare del momento del campionato spagnolo e del calcio europeo in generale.
«La Premier League è al top e per la Liga è difficile competere se non impossibile a livello commerciale – ha dichiarato Tebas -. Abbiamo sempre seguito i passi percorsi dalla Premier, ma credo che ci siano diversi problemi e troppi investimenti finanziariamente a perdere. Non c’è gelosia, a livello commerciale sono al top ma parlando a livello sportivo c’è competitività con le altre leghe».
Un regolamento governativo come successo in Inghilterra con il “White Paper”?: «In Spagna a dicembre il parlamento ha approvato un atto in cui si sostiene che i club della Liga si sono già autoregolato con le norme del controllo economico. La Premier League non è stata capace di autoregolarsi. Credo che sia necessario ci siano regole finanziarie chiare, che aiuteranno sostenibilità per il calcio inglese. La scelta di affidarsi a un regolatore è corretta, serve una regolazione».
Sui ricavi: «Bundesliga e Liga hanno il 50% di ricavi in meno della Premier League, ma i conti dei trasferimenti in equilibrio mentre in Premier il disavanzo negativo è di 1,3 miliardi, tutto per l’eccessivo ricorso ai versamenti dai proprietari verso i club. Credo sia una cosa negativo per la struttura della Premier League. E tutto questo incide anche indirettamente sugli altri campionati. Se perdi costantemente soldi, introduci inflazione nel settore e impatta sul resto d’Europa. Il Real Madrid potrebbe spendere quanto i club inglesi ma non lo fa per non aumentare l’inflazione. Non voglio che il Real Madrid possa comprare chiunque, non voglio tornare indietro ma bisogna adattarsi al calcio di oggi. Credo sia il problema della Premier League, vengono usati criteri di 10 anni fa e non si possono usare regole troppo arretrate. Il Barcellona questo inverno non poteva comprare nessuno ed è una circostanza che si ripeterà in futuro».
Poi, un pensiero sulle due squadre di Manchester: «È strano invece che il caso del City vada avanti così tanto, è iniziato nel 2018. Nel Soccerex del 2017 avevo già criticato PSG e City, ora siamo nel 2023 e niente è cambiato. C’è questa indagine ma sta durando troppo. Prendiamo il caso Barcellona, se non fosse stato fatto nulla sarebbe stato dannoso per tutto il sistema. Per quanto riguarda lo United, non sono preoccupato per chi sarà proprietario ma per cosa farà. Il PSG ad esempio fa cose impossibili da accettare. In Inghilterra la scarsa sostenibilità nasce dal Manchester City, tutti hanno cercato di stare dietro ai loro investimenti».
Infine, una battuta sulla Superlega: «Il concept non è un format, è un messaggio a cui dobbiamo stare attenti in tutta Europa. Il messaggio non è positivo, è come se facessimo guidare un Paese alle banche. Hanno preso una strada sbagliata, serve più equilibrio e migliore governance ma non è la strada corretta. Il sistema oggi favorisce i top club e deve esserci più equilibrio anche a livello finanziario, anche se i risultati in Europa, di cui sono orgoglioso per i club spagnoli, dimostrano che non è tutta questione di soldi come anche il Bayern Monaco. PSG e Manchester City sono state sanzionate dall’UEFA ed erano state squalificate, è stato il TAS a togliere le squalifiche quindi non è colpa dell’UEFA. Magari bisogna rivedere il sistema del TAS».