Serie A, effetto esoneri: cambiare allenatore serve? I numeri

Esonerare gli allenatori serve? Cambiare la guida in panchina porta a risultati migliori? È questa la domanda che in molti si fanno, quando una società sceglie di cambiare allenatore a stagione in corso. E i numeri degli ultimi cinque campionati di Serie A dicono che nella maggior parte dei casi il nuovo allenatore porta risultati migliori rispetto al predecessore.

Nel dettaglio, sono stati 46 i cambi in panchina dall’inizio della stagione 2018/19 ad oggi (47 considerando anche l’esonero di Alvini da allenatore della Cremonese, ma il successore Ballardini deve ancora esordire in panchina) avvenuti durante il campionato: in 33 casi (72%) chi è subentrato ha fatto meglio del tecnico esonerato a livello di media punti a partita, con una sola occasione in cui il rendimento è stato identico (D’Anna e Ventura nel Chievo 2018/19, entrambi con media punti 0,25).

Il miglior tecnico subentrato in queste stagioni è stato Igor Tudor nel campionato 2021/22, migliorando di 1,51 la media punti a partita del Verona rispetto a Eusebio Di Francesco (da 0 a 1,51). Nel corso della stagione 2022/23, finora sono stati quattro i cambi in panchina: gli unici a far peggio dei predecessori sono stati la coppia Bocchetti-Zaffaroni sulla panchina del Verona.

Complessivamente, quindi, quanto impatta l’esonero sui risultati? Nelle ultime cinque stagioni, la media a partita è passata da 0,82 per gli allenatori esonerati a 1,11 per quelli subentrati, con un differenziale di 0,29 punti a partita.

Un dato che, se letto singolarmente, potrebbe sembrare una differenza risibile. Proiettata sulle 38 partite di campionato, tuttavia, la media punti degli allenatori esonerati è di 31 punti in una stagione, contro i 42 punti della proiezione sull’intero campionato per i tecnici subentrati: la differenza, in sostanza, che spesso passa tra la retrocessione e la salvezza.