Juve, i Pm: «Mandati fittizi per pagare i procuratori»

La Juventus doveva molti soldi agli agenti, oltre 8 milioni di euro «in relazione a pregresse mediazioni professionali svolte da questi sovente in relazione a operazioni foriere di plusvalenze contestate»….

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(Foto: Simone Arveda/Getty Images)

La Juventus doveva molti soldi agli agenti, oltre 8 milioni di euro «in relazione a pregresse mediazioni professionali svolte da questi sovente in relazione a operazioni foriere di plusvalenze contestate». E per pagare questi soldi avrebbe adottato «la prassi di ricorrere a mandati fittizi predisposti ex post in relazione ad altre operazioni, in assenza dunque di una reale attività di intermediazione di un agente».

È questo il quadro – scrive La Stampa – che emerge dagli atti dell’inchiesta Prisma che vede indagate 12 persone, tra cui gli ex vertici societari. Davide Lippi (non indagato), agente di Giorgio Chiellini ha un vecchio credito da 450mila euro maturato nell’ambito dell’affare che portò Spinazzola alla Roma.

«Tu lo sai cosa c’ho pendente ancora? Anche Giorgio lo sa e la cifra che devo prendere vecchia non è poca. Finalmente con questo rinnovo di Chiellini posso sistemare le cose», dice in una telefonata a Cherubini. Agnelli però non è d’accordo: «Nel concreto cosa ha fatto? Ha fatto una telefonata a Spinazzola!», dice aggiungendo che «di Giorgio non aveva mai fatto un c***o. Davide, le ultime due volte Giorgio l’ho fatto io».

Tuttavia, scrivono i magistrati, a tal proposito «vi sono tre operazioni di compravendita su cui deve ritenersi debba essere scaricato il debito con Lippi. Trecentomila euro per il passaggio del giocatore Senè Mamadou Kaly dalla Juve al Basilea nell’agosto 2020». In un manoscritto ritrovato nell’ufficio di uno dei principali indagati, l’avvocato Cesare Gabasio, si legge: «Mandato Lippi 200k+300k vecchio».

Il sistema è quello che secondo la procura porterà la Juventus a registrare fatture «viziate da inesistenza oggettiva» per un totale di 2,23 milioni di euro. Esisterebbero delle cifre in sospeso che non figurerebbero in nessun bilancio. La maggior parte riguarda accordi presi anni addietro dall’ex Ds Paratici con operatori di mercato.

Da alcuni appunti di Cherubini si capirebbe come «accanto al nome dell’operatore di mercato con relativo debito c’è scritto “sistemato su” indicando però un’operazione differente da quella da cui è generato il debito». Tra i nomi dei procuratori anche quelli di Oscar Damiani e del defunto Mino Raiola, al quale pare la Juve nel 2021 dovesse circa 13 milioni di euro per operazioni vere di mediazione, una situazione a proposito della quale «emerge indubbiamente un’opacità».