Reichart: «Nuova Superlega complementare ai campionati»

Torna a parlare della Superlega, Bernd Reichart, CEO dell’A22, la società che si occupa del progetto della competizione e del dialogo con la UEFA.

Proprio di questo, Reichart ha parlato al…

Chi è Bernd Reichart
Bernd Reichart (© Boris Breuer/A22 Sports Management)

Torna a parlare della Superlega, Bernd Reichart, CEO dell’A22, la società che si occupa del progetto della competizione e del dialogo con la UEFA.

Proprio di questo, Reichart ha parlato al quotidiano spagnolo Sport: «Abbiamo avviato un dialogo con la UEFA, a cui abbiamo detto le nostre idee che anche altri esponenti del mondo del calcio dovrebbero conoscere. Abbiamo apportato diverse modifiche al progetto originario, rimuovendo, per esempio, il concetto di membri permanenti. Volevamo assicurarci che la UEFA ci desse la libertà di parlare con i club e con gli altri giocatori del mondo del calcio. Abbiamo ottenuto quell’impegno e per noi è stato molto importante. Penso che sia stato positivo».

Ma dopo quell’incontro il comunicato rilasciato dalla UEFA e le parole, prima del presidente Ceferin e poi di Nasser Al-Khelaifi, numero uno dell’ECA, non sono state affatto concilianti: «Abbiamo cercato di ottenere il massimo dalla riunione. C‘erano partecipanti con messaggi ragionevoli, con alcuni di loro abbiamo avuto un dialogo interessante, come il presidente della Liga, Javier Tebas, e altri che volevano solo inviare il loro messaggio senza l’intenzione di dialogare. Il nostro dialogo è onesto e vogliamo portarlo nel mondo del calcio nel suo insieme».

Sui tempi per veder nascere, eventualmente, la Superlega e a che punto è adesso: «Il 15 dicembre, il consiglio generale della Corte del Lussemburgo pubblicherà un rapporto non vincolante sul monopolio della UEFA sull’organizzazione del calcio per club. La decisione della Corte è attesa nella primavera del prossimo anno. Quello che ci preoccupa in questo momento è sapere se c’è consenso nel mondo del calcio per cercare di migliorarlo. Il calcio ha seri problemi e deve recuperare la sua posizione privilegiata di sport globale, con il calcio europeo come grande vessillo. Poi vorremmo parlare della difficile situazione finanziaria di molti club, peggiorata con la pandemia. Una soluzione dovrebbe essere il controllo dei costi e il Fair Play finanziario. Il terzo punto, molto importante, è la governance del calcio. Il presidente Laporta lo ha detto molto chiaramente. I club devono essere padroni del loro destino. Non si capisce perché, nei campionati sono i club a gestire la competizione, mentre a livello europeo non è così».

Barcellona, Real Madrid e Juventus sono ancora dentro il progetto, ma non si ha notizia di altri club che siano entrati, o abbiano fatto ritorno come Milan e Inter, per l’Italia, o i club inglesi: «Possono dire che ci sono più club convinti che il calcio europeo abbia bisogno di riforme. Il dialogo è iniziato ed è entusiasmante provare a completare la foto attuale e fornire soluzioni dall’esterno del sistema».

Sui club della Premier League: «Certamente possono servire da esempio per alcuni aspetti. Il loro campionato riesce a proporre partite di massimo interesse ogni settimana ed è una competizione gestita dai club stessi. Però, non possiamo chiudere gli occhi davanti a una Premier che calpesta e si lascia alle spalle tante altre competizioni europee».

Sulla struttura della Superlega, invece, ancora nulla di deciso, come conferma lo stesso Reichart: «Tutto è ancora da definire, compresi gli eventuali ingressi economici, ma ci stiamo lavorando. L’intenzione è quella di creare una competizione molto attrattiva sotto tutti gli aspetti, anche economicamente. Vogliamo un miglioramento delle competizioni europee durante la settimana che siano complementari ai campionati nazionali che si giocheranno nel weekend. Dobbiamo aspettare la decisione in Lussemburgo e poi le cose inizieranno a definirsi».

Quindi nonostante il presidente del Barcellona, Laporta, e grandissimo sostenitore della Superlega, abbia già iniziato a parlare di cifre, secondo quanto dichiara Reichart non c’è nessun piano pronto per le grandi entrate che la nuova competizione permetterebbe di incassare ai club che aderiranno al progetto.

Sul controllo delle spese dei club che giocheranno nella Superlega: «La situazione attuale può essere migliorata perché adesso ci sono club che sfuggono a quel Fair Play Finanziario. In Superlega questo tema sarà centrale perché il calcio deve vivere delle risorse che genera e non di eccessi che vengono poi salvati da iniezioni esterne. Ci saranno regole chiare e saranno applicate».

Sul vedere sempre le partite dei più grandi club europei ogni anno e se questo può annoiare dopo qualche anno: «Penso che la verità sia il contrario. Non ci annoiamo delle grandi partite, così come in Inghilterra non si annoiano di guardare una partita tra Manchester e Liverpool. Ciò che il “Clasico” spagnolo ha portato al calcio è la rivalità tra Messi e Cristiano Ronaldo, che ha monopolizzato l’attenzione per molti anni. Non può esistere che una grandissima partita, fra due top club, si giochi pochissimi volte in tanti anni, è sprecare ciò che il calcio può dartiÈ quello che chiedono i giovani. Ora guardano il calcio in sintesi e quello che voglio è che vadano allo stadio e guardino i 90 minuti di una partita».

Sulla poco attenzione dei giovani sul calcio tradizionale, però, la posizione del presidente della Liga Tebas è opposta rispetto a quella espressa più volte dell’amministratore delegato Reichart o di Florentino Perez, numero uno del Real Madrid.