Iervolino fa causa a Repubblica: 2 mln per articoli “infanganti”

Il nuovo proprietario de L’Espresso Danilo Iervolino, noto in Serie A per essere il patron della Salernitana da inizio 2022, ha chiesto un risarcimento di due milioni di euro al…

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(Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images)

Il nuovo proprietario de L’Espresso Danilo Iervolino, noto in Serie A per essere il patron della Salernitana da inizio 2022, ha chiesto un risarcimento di due milioni di euro al gruppo Gedi – la società controllata da Exor, holding della famiglia Agnelli-Elkann – che edita Repubblica, a Ezio Mauro, storica firma e per due decenni direttore del quotidiano nazionale, a Luigi Vicinanza, ex direttore dell’Espresso e a due cronisti.

Dal primo luglio, il settimanale L’Espresso è di proprietà di Danilo Iervolino, che è stato il fondatore dell’università telematica Pegaso. L’accordo prevede che il settimanale mantenga un legame proprio con Repubblica. Il settimanale, diretto da Lirio Abbate, esce ogni settimana in edicola abbinato al quotidiano, diretto da Maurizio Molinari. Un matrimonio che rende la separazione societaria meno sofferta, ma che – scrive il quotidiano Domani – nasconde una guerra legale da due milioni di euro.

Secondo Iervolino, Vicinanza, Mauro e i cronisti sarebbero responsabili di aver danneggiato la vita al patron della Salernitana con una vera e propria “opera di infangamento”. «L’impatto mediatico denigratorio delle pubblicazioni è stato devastante per Danilo Iervolino determinando stati di ansia persistenti, perdite di concentrazioni, rinvii di appuntamenti, rinuncia a uscite pubbliche (etc)», si legge nel ricorso presentato dall’avvocato Franceco Fimmanò.

Mauro e Vicinanza e, ovviamente i cronisti, sarebbero responsabili «di tali paturnie e dell’assoluto senso di abbandono e solitudine determinati dagli articoli diffamanti de L’Espresso e de La Repubblica, Danilo Iervolino dovrà ottenere un congruo ristoro nella misura non inferiore a 2.000.000,00 euro in considerazione della rete di rapporti professionali intrattenuta, della persistente pubblicazione degli articoli, della defatigante opera di ricostruzione dei rapporti familiari».

Il primo articolo a cui si fa riferimento è un’inchiesta pubblicata a novembre 2014 e intitolata “Pegaso, l’ateneo dove la laurea volta”, il secondo è “Il Consiglio di stato ferma l’università telematica Pegaso”. In primo grado la richiesta risarcitoria, pari a 38 milioni di euro, è stata rigettata, e ore il ricorso sarà valutato dai giudici d’appello. I fatti sono precedenti al passaggio de L’Espresso a Iervolino, ma la situazione che si è generata è a dir poco paradossale.

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