Il Consiglio Federale ha approvato l’impianto di norme relative alle Licenze Nazionali presentato dal presidente della FIGC Gabriele Gravina, valide per l’iscrizione ai prossimi campionati che prevede il rispetto di un parametro, tra gli altri, quale l’indice di liquidità.
La Federcalcio ha imposto un valore di 0,5 per la Lega Serie A e di 0,7 per la Lega Serie B e la Lega Pro. «E’ un indice di liquidità ammissivo a 0,5 per la Lega di Serie A con soli due correttivi che sono quelli storici, senza ulteriori variazioni richieste dalla Serie A», ha commentato il presidente della FIGC Gravina a margine del Consiglio Federale.
«I correttivi tengono conto sia della parte relativa al patrimonio sia di quella relativa al rapporto costi-ricavi del mondo lavoro allargato. La Lega di A ha votato contro e chiedeva lo 0,4 con alcuni correttivi che non abbiamo ritenuto accettabili», ha aggiunto Gravina sottolineando i contrasti con il massimo campionato italiano. La Serie B, invece, si è astenuta dal voto sull’indice di liquidità.
Ricordiamo che nel 2015 l’indice di liquidità era stato introdotto dalla Federcalcio tra i vari criteri all’interno del sistema di controlli economico-finanziari. All’interno delle NOIF (le Norme Organizzative Interne Federali), viene spiegato che «l’indicatore di liquidità (AC/PC), utilizzato per determinare l’eventuale carenza finanziaria, è calcolato attraverso il rapporto AC/PC tra le Attività Correnti (AC) e le Passività Correnti (PC)».
Fino ad ora il mancato rispetto dell’indice di liquidità comportava un blocco del mercato per i club di Serie A, con l’impossibilità di mettere a segno nuovi acquisti. Non si trattava, tuttavia, di una decisione definitiva. Infatti, il provvedimento era revocabile in caso di intervento dell’azionista di maggioranza o degli azionisti in generale, che potevano riportare in positivo l’indicatore mettendo mano al portafoglio tramite:
- versamenti in conto futuro aumento di capitale;
- aumento di capitale integralmente sottoscritto e versato e da effettuarsi esclusivamente in denaro;
- finanziamenti postergati ed infruttiferi dei soci;
- versamenti in conto copertura perdite.