Stellantis ha conferito ad Alessandro Cini, manager del gruppo guidato da John Elkann, i poteri di poter chiudere gli impianti italiani. È quanto rivelato da Verità&Affari, che riporta un documento in cui si legge che a Cini sono stati conferiti lo scorso febbraio «i poteri necessari ed opportuni per rappresentare individualmente la società e compiere tutti gli atti pertinenti all’esercizio della sede secondaria, ai sensi dell’articolo 2204 codice civile, ivi incluse espressamente la cessione o l’ipoteca di immobili e l’apertura e chiusura di sedi della società sul territorio italiano».
Cini, che è il responsabile ottimizzazione fiscale Emea della multinazionale dell’automobile, sostituisce Pietro De Biasi, per anni responsabile delle relazioni sindacali del gruppo Fiat. Nuovi poteri conferiti che gettano benfica sul fuoco, nei giorni in cui si tratta sui poli produttivi italiani del gruppo nato dalla fusione tra FCA e Peugeot. D’altronde, il ceo Carlos Tavares ha continuato a sottolineare l’obiettivo di tagli per avere risparmi pari a 5 miliardi di euro e il rischio è che questi tagli possano ricadere sul lato italiano del gruppo.
C’è ad esempio la questione Melfi, l’impianto italiano con il maggior numero di persone impiegate (7.200) che nel 2020 ha prodotto la metà delle vetture di Fca (229.848 vetture su un totale di 460.610) e dove il tema della riorganizzazione interna fa discutere, così come i tempi aperti a Pomigliano, dove il 35% dei 4.481 dipendenti è in cassa integrazione a rotazione, a Torino, con il polo produttivo che comprende Mirafiori e Grugliasco per 3.915 persone impiegate, e a Cassino, dove il calo di pezzi usciti di fabbrica rispetto all’anno scorso già segnato dal lockdown è stato del 17,7%. Nel primo trimestre 2021 erano in cassa integrazione a rotazione mediamente 4500 lavoratori al giorno.