'Ndrangheta, sequestrati 10 milioni al padre di Iaquinta

Nuovo colpo della Direzione investigativa antimafia di Bologna al patrimonio della ‘ndrangheta in Emilia. Un maxi sequestro di beni per oltre 10 milioni è stato eseguito oggi nei confronti…

Nuovo colpo della Direzione investigativa antimafia di Bologna al patrimonio della ‘ndrangheta in Emilia. Un maxi sequestro di beni per oltre 10 milioni è stato eseguito oggi nei confronti di Giuseppe Iaquinta, imprenditore edile originario di Cutro e padre di Vincenzo, ‘ex calciatore tra le altre di Udinese e Juventus, campione del mondo nel 2006 con la maglia dell’Italia. Nello specifico, la misura ablativa ha coinvolto due società operanti nell’ambito dell’edilizia, 71 unità immobiliari nelle province di Brescia, Reggio Emilia e Crotone, 2 automobili e numerosi rapporti bancari.

Giuseppe Iaquinta era stato condannato nel 2018 dal Tribunale di Reggio Emilia a 19 anni di reclusione, pena successivamente rideterminata in sede di appello a 13 anni, per i reati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi e munizioni.
Anche il figlio Vincenzo è stato coinvolto nello stesso processo, sempre per reati di armi: per lui la condanna, confermata in appello, è stata a due anni con la sospensione condizionale.

Le indagini della Dia, corroborate dalle testimonianze di diversi collaboratori di giustizia, hanno indicato in Iaquinta senior il “volto pubblico” dell’associazione mafiosa, in grado come imprenditore di successo di fungere da chiave di accesso per i sodali negli ambienti dell’imprenditoria e delle istituzioni. Con le sue aziende aveva costruito un impero economico individuato dagli investigatori e risultato stridente con i redditi dichiarati dal calabrese.