C’è un tema legale dietro la possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale per i calciatori. Sul tavolo per ora c’è infatti il Green Pass rafforzato (quindi vaccino o guarigione) per gli sportivi professionisti, mentre mercoledì il Governo dovrebbe decidere per l’estensione dell’obbligo di Green Pass per tutti i lavoratori, chiudendo quindi all’opzione del tampone per poter entrare nei luoghi di lavoro.
Secondo la Gazzetta dello Sport, tuttavia, restano dubbi legali sull’applicabilità del provvedimento in ambito sportivo. Nel decreto di Natale, infatti, l’obbligo del Green Pass rafforzato riguarda non solo lo spogliatoio o la palestra (come nella prima versione), ma anche la possibilità di giocare le partite. Si parla, infatti, di «piscine, centri natatori, sport di squadra e di contatto, centri benessere per le attività all’aperto». Ma quando si parla di sport di squadra, non ci sarebbe alcun tipo di limitazione alle attività al chiuso. Un tema che sembrava non porsi nella prima versione del decreto, ma ora, aggiunge il quotidiano, è in corso una verifica anche legata al numero di calciatori no vax nelle squadre, soprattutto in Serie A.
Nelle scorse settimane, anche il presidente della Figc Gabriele Gravina non aveva escluso la possibilità dell’obbligo vaccinale per i giocatori, ma il problema rimane la copertura giuridica. Restano sul tavolo anche alcune deroghe, a partire dalla situazione di chi ha fatto un altro tipo di vaccini (come ad esempio Sputnik), che impedirebbe un’altra somministrazione con Pfizer e Moderna a distanza ravvicinata. Per quanto riguarda i calciatori delle squadre straniere che arriveranno in Italia per giocare le competizioni Uefa e Fifa, le modalità dovrebbero rimanere tuttavia quelle in vigore finora.