L’Uefa apre ufficialmente procedimento disciplinare sulla Stella Rossa per la partita contro il Milan, dopo la prima indagine, sugli insulti razzisti a Ibrahimovic e non solo.
“A seguito di un’indagine disciplinare condotta da un Ispettore Etico e Disciplinare UEFA, è stato avviato un procedimento disciplinare in conformità con l’Articolo 55 (1) (d) del Regolamento Disciplinare UEFA (DR), a seguito degli incidenti verificatisi durante il Round di UEFA Europa League di 32 match tra Stella Rossa e AC Milan (2-2), giocati il 18 febbraio 2021 in Serbia”, si legge in una nota dell’Uefa.
Le accuse contro la Stella Rossa sono le seguenti:
- Comportamento razzista – Art. 14 (2) DR
- Cori provocatori e offensiv – Art. 16 (2) (e) DR
- Violazione del protocollo UEFA Return to Play – Paragrafi 4, 6 e 17.1.7 del protocollo UEFA Return to Play
“Il caso sarà trattato dall’Organo Disciplinare, Etico e di Controllo (CEDB) UEFA a tempo debito”, conclude l’Uefa.
Al centro dell’indagine, quindi, gli insulti razzisti rivolti a Zlatan Ibrahimovic da parte dei tifosi della Stella Rossa, oltre alla presenza all’interno del Marakana di Belgrado di alcuni tifosi della Stella Rossa. Lo stesso club serbo si era poi scusato nei giorni seguenti al match nei confronti dell’attaccante rossonero.
“La Stella Rossa condanna nella maniera più ferma le frasi offensive nei riguardi di Zlatan Ibrahimovic. Come società abbiamo fatto di tutto affinchè l’organizzazione dell’incontro fosse al livello di due grandi squadre, e non consentiremo che un singolo primitivo getti una macchia sulla tradizionale ospitalità del nostro Paese e del nostro popolo”, ha scritto la dirigenza della Stella Rossa in un comunicato.
La società, “si scusa nella maniera più sincera con Zlatan Ibrahimovic per l’episodio spiacevole”, ha aggiunto il club serbo, che ha promesso, in collaborazione con gli organi competenti, di individuare e punire il ‘tifoso’ autore delle offese.
Secondo alcune ricostruzioni, l’insulto sarebbe stato “Tu, sporco baljia”, come si vede in un video. Una offesa particolarmente pesante nei confronti di coloro che sono di origine bosniaca musulmana, come il padre dell’attaccante rossonero.