L’allarme sui conti del Barcellona, lanciato da La Vanguardia, è di quelli pesanti. Secondo il principale quotidiano catalano, la situazione debitoria del club blaugrana, a causa della mancata entrate legate alla pandemia di Covid-19 e ad una struttura di costi che non si è ancora adeguata al nuovo scenario, appare al momento insostenibile.
Per questo La Vanguardia titola «Barça: austeridad o insolvencia». In altre parole, in base all’analisi del quotidiano, se il club catalano non riuscisse a ridurre i costi, in modo da avere le risorse necessarie a onorare i propri debiti a breve termine, o a rinegoziare il debito in essere, si troverebbe di fatto in situazione di insolvenza. Quindi a un passo dalla bancarotta.
Debiti Barcellona, la situazione al 30 giugno 2020
Al 30 giugno 2020, secondo quanto riportato dal quotidiano, il Barcellona aveva un debito complessivo lordo di circa 900 milioni di euro (500 milioni di euro netti).
Debito, spiega ancora La Vanguardia, distribuito tra 480 milioni da rimborsare a lungo termine, e 420 milioni da rimborsare invece entro 12 mesi.
Un calendario di scadenze ravvicinate che il giornale giudica «insostenibile» e che, sempre secondo La Vanguardia, costringerà il Barça a tentare di rinegoziare le posizione aperte verso i vari creditori (non solo banche, ma anche club, agenti e fornitori).
Dei circa 900 milioni di debiti indicati da La Vanguardia, come emerge dalla presentazione dei conti del Barcellona al 30 giugno 2020 consultata da Calcio e Finanza, quelli verso le banche erano 480, in crescita dai 271 milioni del 30 giugno 2019, mentre i debiti verso società di calcio ammontavano invece a 323 milioni (261 milioni al 30 giugno 2019) per un totale di 820 milioni.
A questi facevano fronte liquidità per circa 164 milioni e crediti verso società di calcio di 168 milioni.
Debiti Barcellona, l’impatto dell’accordo sugli stipendi
Secondo l’analisi de La Vanguardia l’accordo raggiunto sugli stipendi dei calciatori della prima squadra potrebbe non essere sufficiente al club per recuperare la liquidità necessaria a fare fronte ai propri debiti.
I calciatori del Barcellona hanno infatti rinunciato a 122 milioni di euro di stipendi per la stagione 2019/2020, ma l’accordo prevede che il club li versi nelle prossime stagioni spalmandoli su 4 annualità.
Un accordo che sarà indipendente dalla data di scadenza del contratto dei giocatori. Nel caso, ad esempio, di Leo Messi, il cui accordo con la società blaugrana termina a giugno, riceverà la sua parte divisa in in quattro tranche fino al 2025.
Debiti Barcellona, il bilancio preventivo 2020/2021
Il progetto di bilancio del Barcellona per la stagione 2020/2021, approvato dalla giunta direttiva uscente, prevede entrate per 791 milioni di euro. Un traguardo che, secondo le fonti citate da La Vanguardia, «appare una chimera».
Il budget per il 2020/2021 si base infatti su una percentuale di riempimento del Camp Non del 25% a partire dal mese di dicembre e del 100% a partire da febbraio. Uno scenario che non si è concretizzato e difficilmente si concretizzerà nei prossimi mesi visto l’andamento della Pandemia, mettendo a repentaglio in 320 milioni di ricavi attesi sul fronte dello stadio, del museo e dello store ufficiale.
«Quelle previsioni», ha spiegato una fonte interna al club a La Vanguardia, «includevano anche aspettative di rinnovo con sponsor come Rakuten, 55 milioni o Beko, 19, che non saranno soddisfatte. Se le perdite della scorsa stagione fossero state quasi 100 milioni, quelle di questa stagione potrebbero essere ancora più alte».
Debiti Barcellona, il bonus rinnovo non pagato a Messi
Secondo La Vanguardia non sono solo gli effetti negativi della pandemia ad aver messo in gravi difficoltà finanziarie il Barcellona anche se il Covid rappresenta un fattore aggravante.
«I problemi di finanziari e di liquidità del Barça vengono da molto tempo prima», spiega il quotidiano.
Un esempio eccezionale, il bonus di 39 milioni di euro concordato con Leo Messi, principale asset sportivo del club, nell’ultimo rinnovo, siglato nel novembre 2017.
Il board, spiega il quotidiano, ha rinviato a più riprese il pagamento, fino allo scorso marzo, quando ha provato a procrastinare nuovamente la scadenza: un fatto che è diventato uno dei fattori scatenanti della crisi estiva con il giocatore.
Il Barcellona ha poi effettuato il pagamento a luglio, quasi tre anni dopo il rinnovo di Messi, ma la convinzione per i suoi problemi di liquidità è rimasta ferma nella mente di tutti i soggetti coinvolti.
Debiti Barcellona, il dopo Neymar e i ricavi gonfiati dalle plusvalenze
«In questi anni», spiega ancora La Vanguardia, «la forte crescita dei ricavi del club, che ha rispecchiato di fatto la forza imbattibile del marchio Barça nel mondo, è stata in gran parte drogata con quella dei trasferimenti di giocatori chiusi nelle ore precedenti la chiusura dell’anno, che ha permesso anno dopo anno coprono la dissolutezza delle spese ordinarie».
La svolta, osserva il quotidiano, è avvenuta nel 2017/2018, l’anno della cessione di Neymar al PSG per 222 milioni di euro.
Un’operazione che, secondo La Vanguardia, «ha svalutato strategicamente il club, indebolito la sua squadra e innescato una folle corsa di acquisti costosi per compensare il colpo d’immagine».
Da li in poi il club, allora guidato da Josep Bartomeu, ha intrapreso la strada di acquisti a peso d’oro sul mercato, come quelli di Coutinho, Dembélé o Griezmann. Operazioni che hanno appesantito i conti del club senza che il Barça sia riuscito a raggiungere il podio europeo nelle ultime cinque stagioni.
Se si escludono questi proventi straordinari, che comprendono diverse discutibili operazioni di vendita di giocatori per far emergere profitti contabili teorici, il Barcellona ha registrato continui deficit operativi:
- -18 milioni nel 2015/2016;
- -42 milioni nel 2016/2017;
- –168 milioni nel 2017/2018;
- -89 milioni nel 2018/2019.
Le cause, spiega La Vanguardia, sono fondamentalmente due:
- L’aumento galoppante delle spese per i trasferimenti
- L’enorme crescita del costo della rosa, che compresi gli ammortamenti, assorbe più del 70% dei ricavi.
Ecco perché il Barça ha anche un altro record mondiale, il costo salariale più alto di una società sportiva.