La Serie A e i fondi di private equity sono al lavoro per risolvere un nodo di natura fiscale. Lo riporta MF-Milano Finanza, secondo cui la commissione negoziale dei club, la cordata Cvc-Advent-Fsi e i rispettivi consulenti starebbero ragionando su come evitare il rischio di doppie imposizioni.
La questione riguarda in particolare l’Iva che oggi è neutra per i club che fatturano al lordo della stessa. Con il conferimento del ramo d’azienda della Lega organizzato per la commercializzazione dei diritti tv nella media company, una società di capitali, le società calcistiche rischierebbero di dover pagare due volte l’Iva a monte e a valle.
Il problema non è irrisolvibile, ma la questione fiscale è uno dei nodi da sciogliere nel negoziato fra Serie A e fondi in vista dell’assemblea decisiva del prossimo 18 novembre e si lega all’aumento del minimo garantito di ricavi annui che i private equity avrebbero proposto ai presidenti.
Fra i sei punti oggetto di discussione ci sarebbe poi anche la governance, con alcune nomine di fondi e club nel board ancora da limare, mentre restano da vagliare alcuni profili di compatibilità dell’operazione con la Legge Melandri.
Nel frattempo, si ragiona sul bando per i diritti 2021-2024. Secondo alcune fonti, figura anche l’ipotesi di un prolungamento a termine del contratto in essere con Sky. In alternativa, la Lega Serie A potrebbe procedere all’assegnazione dei diritti tv per un ulteriore triennio secondo le procedure tradizionali.
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Maximo Ibarra – ad di Sky – ha confermato che l’emittente continua a guardare con interesse al calcio, ma all’asta potrebbero partecipare anche altri attori come Mediaset, Tim, DAZN e Over-the-Top del calibro di Amazon e Netflix. Nel caso non sono da escludere alleanze inedite nelle offerte.