La pandemia ha avuto effetti drastici anche per il mondo del calcio, compresa una società forte e solida come il Barcellona, che ha fatto sapere già da qualche tempo di avere la necessità di ridurre il budget destinato agli stipendi almeno del 25%. Una misura importante, ma che ha finito per creare ancora più divisioni in uno spogliatoio che aveva già vissuto problemi importanti in estate dopo la brutta eliminazione in Champions League ad opera del Bayern Monaco.
Ora è l’Associazione dei calciatori spagnoli (AFE) a muoversi in prima persona. L’ente è convinta che il tavolo negoziale proposto dall’FC Barcelona nel quadro della riduzione salariale ai suoi giocatori presenti “gravi difetti di forma” perché il gruppo non è rappresentato al tavolo.
“Questa procedura, a nostro avviso, soffre di gravi vizi formali, poiché si è formato un tavolo negoziale sulle misure da adottare in cui i giocatori non sono rappresentati – si legge in un comunicato diffuso l’AFE.
Secondo l’associazione, i giocatori blaugrana non possono essere in quel tavolo in quanto non sono stati elettori o non hanno diritto alle elezioni per il Comitato aziendale dell’ente, il che li esclude da questa trattativa.
Il mancato rispetto della composizione del tavolo negoziale è così grave che lo stesso Comitato societario ha informato la società di non rappresentare i calciatori. “È nostro dovere chiedere alla società di invertire questo processo nell’attuale termini e avviare, se lo ritiene necessario, un dialogo con il gruppo di calciatori professionisti” – ha chiesto il sindacato.
La proposta avanzata è quella di effettuare una negoziazione in due processi differenziati. “Uno per i lavoratori con un normale contratto di lavoro. E un altro per gli atleti professionisti soggetti a un rapporto di lavoro speciale”, sostengono. La società non può non essere consapevole che questo processo, se svolto nei termini stabiliti, comporterà una più che sicura contestazione ai provvedimenti che verranno definitivamente adottati, con alto rischio di nullità, e il diritto automatico all’estinzione” – ha concluso l’AFE.