Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, intervistato da La Stampa, ha descritto l’impatto che il coronavirus sta avendo a livello economico e sui possibili sviluppi del campionato.
Preziosi ha molte delle sue attività in Cina e vive a Desenzano, nella provincia di Brescia, zona rossa dell’emergenza coronavirus e ha così descritto la situazione: «Sono in casa. E l’unico rumore che si sente dalle finestre arriva dalle sirene delle ambulanze. Terribile. Francamente non mi aspettavo l’epidemia potesse arrivare anche in Italia, almeno non così. In Cina avevamo le nostre fabbriche chiuse durante la quarantena e nei mesi scorsi la preoccupazione principale era legata alla produzione bloccata. Tutti abbiamo sottovalutato la situazione, compresi i nostri governanti».
Ha poi proseguito commentando l’impatto e le conseguenze a livello economico per la sua azienda, la Giochi Preziosi: «Dovevamo andare in Borsa ad aprile, ora è tutto fermo: un disastro difficile da quantificare. In questo momento abbiamo 450 negozi chiusi, il mio primo pensiero è per i dipendenti: prima di tutto bisogna salvare il loro posto di lavoro, lavoreremo per questo. Ho 72 anni e pensavo fosse arrivato il momento di capitalizzare, entrando in Borsa, 44 anni di attività da imprenditore. Quello che sta accadendo non è un colpo mortale ma è un colpo durissimo. Però, nonostante tutto sono sereno: non sono uno che si arrende. Sono pronto a ricominciare, sapendo che ci sarà da lavorare anche più di prima»
Per quanto riguarda il calcio, per quanto difficile parlarne in questo momento di emergenza sanitaria: «Non è una priorità, ma se ne deve parlare. Perché è un’ azienda ed è in difficoltà, come tutto il resto. Bisognerà restare fermi fino al 3 maggio, non so cosa accadrà. In questo momento conta la salute delle persone. La gente non è nello stato d’animo giusto per parlare di calcio, non si può gioire per il calcio davanti a una simile tragedia».
Sul possibile proseguo del campionato il presidente dei rossoblu ha detto: «Può essere annullato oppure si troveranno altre soluzioni, prima di tutto conta la salute.
Bisognerà tornare alla normalità, poi si potrà pensare alle partite di calcio. Vi pare possibile che le aziende restino chiuse e che invece si giochi a pallone?».
In caso di ripresa Preziosi esclude però in maniera perentoria la possibilità di disputare playout e playoff «Le regole non si cambiano in corsa. E il Genoa non ha alcun vantaggio dallo stop del campionato. Eravamo una delle squadre più in forma, sono sicuro che avremmo scalato la classifica arrivando a metà. Grande merito al mister Davide Nicola, che ha dato un’ identità forte a questa squadra. E a gennaio abbiamo fatto acquisti importanti, come Masiello, Perin, Soumaoro e Behrami».
Chiosa finale sul taglio agli stipendi dei calciatori: «I salari sono legati alle prestazioni, una soluzione si troverà. La Juventus si è spinta avanti, penso che ci si dovrebbe muovere tutti insieme per trovare un’ intesa comune. Qualcosa i giocatori dovranno concedere, se si pensa che la cassa integrazione di un lavoratore è di 800 euro e qui invece si parla di ingaggi milionari».