Da Pordenone a Treviso, il passo è breve. E potrebbe diventare ancora più breve nei prossimi mesi, perché la promozione in Serie B potrebbe portare ad una rivoluzione: la fusione tra il club friulano e quello veneto.
Le indiscrezioni delle ultime settimane infatti si stanno trasformando in voci concrete. Il Pordenone, salito alla ribalta nella passata stagione per la sfida con l’Inter in Coppa Italia e oggi ad un passo dalla promozione in Serie B, con il salto di categoria si troverà infatti davanti a un problema infrastrutturale: l’attuale impianto, il Bottecchia, non sarà utilizzabile in Serie B, così come le opzioni Tognon a Fontanafredda e Mecchia a Conegliano. La strada principale porta alla Dacia Arena di Udine, che però ha costi di affitto non indifferenti.
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A tutto questo si aggiunge una situazione in cui gli imprenditori locali della città friulana non sembrano interessati ad investire nel club e aiutare il patron Lovisa: “Qui purtroppo il crowdfunding non decolla, gli imprenditori locali evidentemente non sono interessati”, ha detto nei giorni scorsi il presidente neroverde, che con i soci ha versato oltre 6 milioni di euro dal 2013 nelle casse del club.
Così è spuntata l’ipotesi Treviso, con due strade: una è quella che il Pordenone giochi solo le partite in Serie B al Tenni (che va comunque ristrutturato, con le prime gare che andrebbero giocate così ugualmente a Udine) oppure che venga trasferita tutta la società, che diventerebbe quindi una sorta di “Nuovo Treviso”, con l’attuale squadra veneta che oggi gioca in Eccellenza. Una operazione in stile Vicenza-Bassano o anche Spal-Giacomense, per restare in tema di spostamenti di squadre in città “storiche” per il calcio.
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Un tema su cui il sindaco di Treviso non ha chiuso la porta, anzi. “Stiamo mettendo insieme – ha riferito Mario Conte, primo cittadino trevigiano, come riportato dal Messaggero Veneto – un consorzio di oltre 40 aziende pronte a investire non per interessi personali, ma per passione. Perché a Treviso c’è voglia di portare un nuovo modi di fare calcio e il Pordenone è un modello da imitare, anche per il suo settore giovanile che è un’eccellenza in Italia. Abbiamo quindi incontrato diverse società virtuose sulle quali potenzialmente investire, e tra gli incontri c’è stato anche quello confidenziale con Mauro Lovisa. Parlarne adesso è prematuro, lasciamo che il Pordenone finisca il campionato e conquisti lo straordinario traguardo della serie B. Per ora posso solo dire che questo consorzio di imprenditori appassionati si affiancherà a una squadra che nella prossima stagione giocherà a Treviso. Quale campionato? Ve lo dirò tra un mese”, ha concluso il sindaco.
Dall’altra parte, l’amministrazione comunale di Pordenone vuole comunque puntare a mantenere il club in città: le trattative proseguono anche sul tema del nuovo stadio, oltre che sul supporto degli imprenditori locali e sulla gestione pubblico-privata del centro sportivo De Marchi, dove si allena la squadra di Tesser.
Sul tema è intervenuto nuovamente anche il patron Lovisa, con una lunga lettera sul sito: “Lo affermo con forza: io, i miei soci e tutto il mio staff siamo al lavoro per la serie B, sul campo non ancora conquistata, del Pordenone Calcio e di Pordenone; per dare un futuro sempre migliore al nostro territorio e ai nostri tifosi. Mi sono sempre impegnato per il loro bene e non voglio assolutamente tradire la fiducia di chi ci è sempre stato vicino. Personalmente, dopo 12 anni di sacrifici, investimenti, serietà e infinita passione non è mia intenzione “svestire” una maglia che ho orgogliosamente indossato anche in campo”.
“Trasferirsi altrove temporaneamente è inevitabile, ma per costruire il futuro, in una categoria mai vissuta prima – e ricordo, ancora da conquistare, ci vuole la partecipazione di tutti. Per questo il territorio, lo ribadisco, si deve svegliare: non parlo chiaramente di chi c’è sempre stato, chi ci ha sostenuto nei giorni migliori (numerosi) e nei giorni meno felici (fortunatamente pochi)”.
“Le porte della nostra società sono aperte per nuovi ingressi, di tutti coloro che vogliano, finalmente partecipare attivamente al futuro del Pordenone, e della Pordenone calcistica: il progetto di crowdfunding, con obiettivo la categoria superiore, è stato creato per questo. Eppure proprio nell’ultimo periodo, oltretutto con la squadra a un passo dal sogno, le adesioni sono ferme. L’imprenditoria e le istituzioni devono dimostrare con i fatti, e ognuno per il proprio ruolo, di volere realmente la serie B, la serie B di Pordenone. È il tempo dell’agire. Convintamente. Pienamente”.