Il problema “pirateria” in Italia riguarda 4,6 milioni di persone in relazione alla fruizione di eventi sportivi live ogni anno. In totale sono 21 milioni gli atti compiuti ogni anno da persone oltre i 15 anni. Sono questi i dati della ricerca Ipsos commissionata da Fapav.
In Italia 4,6 milioni di persone seguono lo sport illegalmente
Il calcio attira l’attenzione di 3 pirati su 4, seguito dalla Formula1, dalla Moto GP e dal tennis. Più staccati basket e sci. Per quanto riguarda la diffusione delle Iptv illegali, queste sono state utilizzate dal 35% di chi guarda film, serie e programmi televisivi pirata in streaming. Invece, per quanto riguarda la pirateria di eventi sportivi, il 23% del totale dei pirati di sport live utilizza questa modalità per accedere ai contenuti.
L’Iptv, sistema che permette a un utente di fruire di contenuti televisivi in digitale (live e on demand) per mezzo di connessione a banda larga o ultralarga, è offerto con i servizi illegali nella maggior parte dei casi attraverso un abbonamento mensile dal costo di 10-15 euro. Permette di accedere a tutto il palinsesto delle principali piattaforme multimediali e audiovisive, che è costituito da film, serie tv, documentari ed eventi sportivi nazionali e internazionali
Sul tema pirateria si è espressa nella giornata di ieri anche Veronica Diquattro, vicepresidente per DAZN Italia: «La pirateria è un fenomeno ben noto a tutti gli operatori che si trovano a doverla fronteggiare, con impiego di risorse proprie, ma forse ancora lasciato all’iniziativa dei singoli. Accogliamo con favore iniziative di questo tipo che offrono l’opportunità di un confronto costruttivo su questa tematica e la possibilità di valutare le eventuali sinergie in campo. Tanto è stato fatto ma molto è ancora da fare, partendo da un processo di educazione sociale e, in particolare, rivolto ai giovani, anche con l’ausilio delle autorità competenti e gli altri player interessati».
https://www.calcioefinanza.it/2018/11/19/impatto-streaming-illegale-serie-a/
Federico Bagnoli Rossi, segretario generale Fapav, ha invece spiegato: «La nostra federazione, comprendendo la gravità del problema, ha voluto riunire per la prima volta tutti i principali attori che operano nell’ambito della produzione, distribuzione e tutela di contenuti audiovisivi, per capire come fronteggiare, in modo inclusivo ed efficace, un comportamento che non solo danneggia le industrie e l’ economia del nostro Paese, ma va ad alimentare il mercato illecito e le organizzazioni criminali che lo gestiscono».