I primi 100 giorni di Dazn: «Abbiamo superato le prime difficoltà, ora cresciamo»

«Non abbiamo mai nascosto l’inizio problematico e che, giustamente, ci siamo scusati con i consumatori. Ad ogni modo i progressi delle ultime settimane sono altrettanto evidenti». Esordisce così Veronica Diquattro,…

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«Non abbiamo mai nascosto l’inizio problematico e che, giustamente, ci siamo scusati con i consumatori. Ad ogni modo i progressi delle ultime settimane sono altrettanto evidenti». Esordisce così Veronica Diquattro, executive vicepresident revenue di Dazn per l’Italia, in un’intervista al Corriere dello Sport in cui ripercorre i primi 100 giorni della piattaforma di streaming nel nostro paese.

«Avevamo certamente messo in conto che ci sarebbero stati dei problemi nella fase iniziale anche perché strutturalmente, banda e altro, l’Italia è meno evoluta di Germania, Giappone, Regno Unito, Austria e Stati Uniti. Qualche ostacolo imprevisto l’abbiamo incontrato e ancora oggi dobbiamo affrontarlo, ma credo che sia fisiologico. Il mondo del calcio, in Italia, non è portato alle aperture improvvise. Fatica a metabolizzare il nuovo. E allora inseguiamo tutti insieme una superiore flessibilità in un mercato più democratico e esteso».

«Con Dazn cambia – anche culturalmente – la fruizione dello sport: grazie all’on demand puoi vederlo quando vuoi sui device che vuoi. Target differente, più ampio, dunque. Stiamo puntando a diversificare i contenuti, a essere competitor ma anche alleati di tutti quelli che come noi vogliono valorizzare lo sport e i diritti. Non esiste più un concetto unico di fruibilità di prodotto: esiste una sceta, la scelta. Lavoriamo in questa direzione. Ricordo che quando partì Spotify ci fu una sorta di ribellione dell’utente musicale: più semplice la pirateria, o il download, oppure il cd. In poco tempo Spotify ha stravinto la sfida».

Veronica Diquattro (foto: ufficio stampa DAZN)
Veronica Diquattro (foto: ufficio stampa DAZN)

«Dazn, forse mi ripeto, vuol dimostrare di non esser e esclusivamente un player di diritti tv, ma di voler aiutare lo sport attraverso il supporto e la condivisione di investimenti con la Federazio. Quando si parlava della Netflix del calcio si doveva parlare di una Netflix dello sport».

«Abbonati? Rispondo con alcuni numeri: 23 milioni di ore di sport viste nei primi cento giorni equivalgono a mille giorni senza soluzione di continuità. Siamo in linea con le previsioni di partenza, e molto soddisfatti. L’obiettivo a breve è l’ottimizzazione del servizio».

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