Con la Flat Tax di Berlusconi stipendi da Premier League anche in Serie A

Quale potrebbe essere l’impatto della Flat Tax proposta dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sugli stipendi dei calciatori e degli allenatori di Serie A e sui bilanci delle società…

Quanto ha speso Berlusconi per il Monza

Quale potrebbe essere l’impatto della Flat Tax proposta dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, sugli stipendi dei calciatori e degli allenatori di Serie A e sui bilanci delle società di calcio del massimo campionato nazionale?

Come noto Berlusconi propone l’introduzione di un’unica aliquota Irpef del 23% per tutti i redditi, compresi quelli superiori ai 200.000 euro, sui cui attualmente viene applicata un’aliquota del 43%, e quelli oltre la soglia dei 500.000 euro su cui grava un’aliquota del 46%.

Pur partendo dal presupposto che la Flat Tax è al momento solo una proposta elettorale, è comunque possibile ragionare sugli impatti che la sua introduzione potrebbe avere nel mondo del calcio professionistico, dove giocatori e allenatori sono a tutti gli effetti lavoratori dipendenti e quindi soggetti a ritenute Irpef da parte delle rispettive società.

Flat Tax e stipendi calciatori Serie A – I dati del Report Calcio

Per farlo abbiamo preso i dati relativi all’anno d’imposta 2014 contenuti nell’ultima edizione del Report Calcio, l’indagine sui conti del calcio italiano curata da Figc, Pwc e Arel.

Secondo le rilevazioni del Report Calcio, nella stagione 2013-2014 il costo del personale tesserato aggregato dei 20 club di Serie A, comprensivo delle ritenute Irpef sugli stipendi di calciatori e allenatori, è stato pari a 1.085.000.000 euro.

Serie A - I redditi da lavoro dipendente (fonte: Report Calcio 2017)
Serie A – I redditi da lavoro dipendente tesserato e non tesserato (fonte: Report Calcio 2017)

Nello stesso periodo le ritenute Irpef sono state pari a 471.300.000 euro, con un incidenza su costo personale tesserato del 43,43%.

Nella stagione 2013-2014 gli stipendi di calciatori e allenatori di Serie A, al netto delle ritenute Irpef, ammontavano dunque a 613.700.000 euro.

Le aliquote in vigore in Italia e negli altri Paesi (fonte: Report Calcio 2017)
Le aliquote in vigore in Italia e negli altri Paesi (fonte: Report Calcio 2017)

Flat Tax e stipendi calciatori Serie A – Le stime di Calcio e Finanza

Vediamo ora quale sarebbe stato l’impatto sugli stipendi di calciatori e allenatori di Serie A se nell’anno d’imposta 2014 fosse stata in vigore la Flat Tax con aliquota al 23% proposta da Berlusconi.

Considerato che i contratti di calciatori e allenatori, sebbene negoziati al netto dell’imposizione fiscale in fase di trattativa, sono poi stipulati al lordo, l’ammontare del costo del personale tesserato della stagione 2013-2014 non cambierebbe, rimanendo stabile a 1.085.000.000 euro.

Ciò che cambierebbe sarebbe invece la proporzione tra netto e lordo. Con l’aliquota Irpef fissata al 23% le ritenute sul reddito lordo di calciatori e allenatori sarebbero state pari a 249.550.000 euro anziché 471.300.000 euro.

Il minore gettito verso l’erario, pari a 221.750.000 euro, finirebbe così nelle tasche di calciatori e allenatori che, alla luce della minore imposizione fiscale, vedrebbero aumentare, a parità di stipendio lordo (fissato per contratto) il proprio ingaggio netto.

Silvio Berlusconi ha proposto l'introduzione di una Flat Tax al 23% (Insidefoto.com)
Silvio Berlusconi ha proposto l’introduzione di una Flat Tax al 23% (Insidefoto.com)

 

Flat Tax e stipendi calciatori Serie A – L’impatto sui contratti in essere

Come detto i contratti di calciatori e allenatori, sebbene negoziati al netto dell’imposizione fiscale in fase di trattativa, sono poi stipulati al lordo. Quindi per i contratti in essere la riduzione dell’aliquota fiscale si tradurrebbe in un maggior compenso netto per i tesserati.

Ad esempio, Gonzalo Higuain, che è, assieme al capitano del Milan, Leonardo Bonucci, il calciatore più pagato della Serie A con uno stipendio netto di 7,5 milioni di euro, considerando anche l’imposizione Irpef al 46% viene a costare alla Juventus circa 13,88 milioni a stagione.

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Gonxalo Higuain esulta dopo un gol (Foto: Insidefoto.com)

Se nella stagione 2018-2019 fosse in vigore la Flat Tax il contratto di Higuain, continuerebbe ad avere il medesimo importo lordo, ma la minore imposizione fiscale (23% anziché 46%) farebbe aumentare il netto percepito dal calciatore che passerebbe da 7,5 milioni a 10,7 milioni di euro circa.

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Gigio Donnarumma e Leonardo Bonucci (Foto: Insidefoto)

L’erario rinuncerebbe così a circa 3,2 milioni, che finirebbero nelle tasche del giocatore, senza alcun beneficio sui conti del club.

Giocatore Club Stipendio lordo Stipendio netto con aliquota al 46% Stipendio netto con aliquota al 23%
Higuain Juventus 13,89 7,50 10,69
Bonucci Milan 13,89 7,50 10,69
Dybala Juventus 12,97 7,00 9,99
Douglas Costa Juventus 11,11 6,00 8,55
G. Donnarumma Milan 11,11 6,00 8,55
Pjanic Juventus 8,33 4,50 6,41
Dzeko Roma 8,33 4,50 6,41
Icardi Inter 8,33 4,50 6,41
Nainggolan Roma 7,77 4,20 5,98
Khedira Juventus 7,40 4,00 5,70
Dati in milioni di euro

 

Flat Tax e stipendi calciatori Serie A – L’impatto sui nuovi contratti

Quale sarebbe invece l’impatto dell’eventuale introduzione della Flat Tax al 23% sui nuovi contratti?

In questo caso le società di Serie A (ma anche di B e C) avrebbero la possibilità a parità di costo rispetto alla situazione attuale di offrire un ingaggio netto più alto a calciatori e allenatori potendo diventare maggiormente attrattive anche per calciatori i cui ingaggi sono al momento fuori mercato nel nostro campionato.

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Mino Raiola (Insidefoto.com)

Allo stesso tempo, per i contratti stipulati invece con stipendi netti in linea con quelli attuali, le società di calcio potrebbero avere un risparmio fiscale dall’abbassamento dell’aliquota Irpef al 23%. Ma è difficile immaginare che, in caso di introduzione della Flat Tax, i procuratori si lascerebbero scappare l’opportunità di chiedere un maggiore ingaggio netto per i propri assistiti.

«L’introduzione della flat tax potrebbe rappresentare per il calcio italiano una leva importante per recuperare attrattiva nei confronto di campioni che attualmente si accasano in campionati stranieri, più remunerativi», spiega Gianluca Boccalatte partner dello Studio Legale e Tributario Biscozzi Nobili.

«Prescindendo da qualsiasi valutazione “ideologica” su un sistema di tassazione che non distingua più i contribuenti in base al livello di reddito», aggiunge Boccalatte, «in regime di flat tax il calcio diverrebbe un osservatorio privilegiato per la verifica della “scommessa” che propongono i sostenitori dell’introduzione di un’aliquota unica, vale a dire il concreto allargamento della base imponibile a fronte della riduzione della tassazione, a controbilanciare quindi la teorica riduzione del gettito».