Rose, prestiti, tetto salariale: l'Uefa al lavoro per un nuovo Fair play

Dopo che nei giorni scorsi il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin ha parlato della necessità di aumentare la competizione in Europa, emergono le prime indiscrezioni su quali novità potrebbero essere apportate…

Dopo che nei giorni scorsi il presidente dell’Uefa Aleksander Ceferin ha parlato della necessità di aumentare la competizione in Europa, emergono le prime indiscrezioni su quali novità potrebbero essere apportate al Fair play finanziario, con l’introduzione di regole più dirette e stringenti.

In particolare oggi la Gazzetta dello sport avanza qualche ipotesi che sarebbe allo studio della Federazione europea.

La novità assoluta sarebbe rappresentata dalla Luxury Tax. Ovvero una percentuale sugli stipendi e/o sul cartellino dei giocatori.

Sostanzialmente si tratterebbe di un sovrapprezzo da corrispondere al sistema per la propria ricchezza.

L’esempio. Se acquisti un giocatore per 100 milioni, paghi al sistema una cifra tra il 10% (10 milioni) e il 100% (altri 100 milioni). Stesso discorso per lo stipendio.

I soldi verranno poi redistribuiti, da capire come e a chi.

Ceferin lancia la sfida: “Tetto salariale nel calcio europeo”

Salary Cap, si tratta sostanzialmente di una limitazione degli stipendi che un club può pagare. Dovrà essere fissato un tetto massimo per squadra. Difficilmente – anche se la Gazzetta ipotizaa pure questo – si introdurranno delle limitazioni sui giocatori specifici.

Qui è bene fare un inciso. L’obiettivo del Salary Cap non è quello di far guadagnare meno i calciatori per un generico senso di moralità nei confronti di chi guadagna poco.

Va del resto ricordato in questo senso che un limite esiste già: un club non può spendere più del 70% del suo fatturato per gli ingaggi. Ma questo tetto variabile evidentemente non si presta a favorire la competitività, visto che un club lo può alzare all’aumentare dei propri ricavi, aumentando e non diminuendo quindi il divario con gli altri competitor.

L’obiettivo vero è quello di favorire la competizione tra più squadre. In questo senso limitare la spesa massima imporrebbe alle squadre delle scelte.

Esempio: vuoi pagare Messi 50 milioni di euro, Neymar 30 e Suarez 40? O di più: ritieni di avere un portiere diciottenne che merita già 20 milioni l’anno? Nessun problema, a patto che entro determinati paletti tu sappia che questo comporta il fatto che gli altri giocatori, se sarà posto un tetto, dovranno prendere molto molto meno per stare entro i parametri.

Qui bisognerà capire quali saranno i meccanisimi, in particolare se, come negli sport USA, saranno imposti dei parametri minimi e se allo stesso tempo saranno imposte delle luxury tax sugli sforamenti.

Per saperne di più si può leggere questo nostro approfondimento

Il grande equivoco del Salary Cap: ecco ciò che fa la differenza davvero negli USA

Infine, il nuovo Fair play finanziario potrebbe introdurre limiti alle rose.

Da questo punto di vista si parla di:

  • limiti agli acquisti nelle finestre di mercato (non si possono acquistare tutti i giocatori che si vogliono)
  • regolamentazione dei prestiti (ha senso prestare un giovane, non un trentenne)
  • limite ai giocatori tesserabili da una singola società (anche se in questo senso servirebbe una regolamentazine europea anche sulle seconde squadre)

Ovviamente ogni operazione dovrà essere fatta con la massima cautela.

Interventi così perentori hanno sempre sempre un effetto sul mercato in termini di valorizzazione o deprezzamento dei cartellini, perchè ogni norma di questo tipo definisce un nuovo paletto che riscrive i parametri.

Si pensi ad un giocatore che vale 100 milioni. Se da domani un suo passaggio finisce per costare il 10% in più (luxury tax) automaticamente a bilancio le società devo prevedere un adeguamento, se non proprio di tipo contabile quanto meno nell’atteggiamento da tenere, anche perchè questa situazione si può moltiplicare per numerosi casi.

Ma siamo solo all’inizio di un processo, non rimane che capire quali saranno i prossimi passi.